Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
TRULLI
Jarno Francavilla al Mare (Pescara) 13 luglio 1974. Pilota di Formula 1. Guida una
Toyota. Unico successo a Montecarlo nel 2004 (su Renault) • Quando debuttò in F1 un prestigioso quotidiano sportivo francese annunciò: «Arriva un nuovo pilota finlandese». Questo perché il papà lo aveva chiamato Jarno, come il motociclista Saarinen, il suo idolo di gioventù • «Da piccolo Jarno era un disastro con il cibo, girava attorno al tavolo con un
triciclo e non si fermava mai. Tranne quando sua mamma urlava “pit stop”, allora rallentava un attimo e gli riuscivamo ad infilare un boccone in bocca» (papà Enzo) • «A nove anni disputa le prime corse e da quel momento è una crescita continua: vince la medaglia d’oro ai Giochi della Gioventù dell’87, infila quattro titoli italiani, tre consecutivi (88, 90 e 95), due mondiali
(91 e 94) e due secondi posti (92 e 93), due coppe del Mondo Memorial Senna (94
e 95), un titolo europeo (94) e uno nordamericano (94). Il suo nome comincia a
farsi strada nel mondo dei motori: è il 95 quando lo svizzero di origine italiana, Gianni Bianchi, titolare del team
KMS, colpito dai risultati del pilota abruzzese, decide di affidargli
gratuitamente una delle proprie Dallara-Opel che corrono nel campionato di F3
tedesco. Il bilancio va al di là di ogni speranza: in sei corse Trulli conquista due vittorie, chiude il
campionato al quarto posto e a fine stagione vince il premio di debuttante dell’anno. è quanto basta a Flavio Briatore per convincersi a scommettere su di lui:
vincendo la concorrenza di altre due squadre di F1, la Benetton rileva il
contratto di Jarno e attribuisce alla squadra KMS il ruolo di junior team della
scuderia. Trulli ripaga la fiducia del team manager piemontese centrando il
titolo tedesco 96. “Io amo il kart e ho sempre pensato che sarei diventato un pilota professionista
in qualche categoria — racconta Jarno —, ma ho cominciato a sognare veramente soltanto dopo aver vinto il titolo della
F3 tedesca”. Come premio Briatore gli fa provare nell’ottobre di quell’anno la Benetton a Jerez. E molti meccanici si ricordano ancora oggi delle risa
che echeggiarono ai box quando, in pieno rettilineo, all’improvviso sentirono che Trulli alzava il piede dell’acceleratore. “Quando ho messo la settima ho avuto un buco allo stomaco. Sai, papà, mi sa proprio che la Formula 1 non fa per me” raccontò quel giorno Jarno a papà Enzo. Invece...» (Paolo Ianieri)
• «L’auto che uso normalmente in città è una Fiat 500 del 64. Bianca, con le porte ancora controvento. L’ho restaurata personalmente. Una meraviglia» • «Il padre, Enzo, dopo essere stato per anni nell’ambiente dei kart, adesso ha scelto la vita agreste e produce un favoloso
Montepulciano rosso» (Pino Allievi).