Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
STAINO
Sergio Piancastagnaio (Siena) 8 giugno 1940. Vignettista. Dell’Unità • «Un omone dalla barba e i capelli arruffati, qualcosa a metà tra Garibaldi e un profeta, è il padre di Bobo e di tante altre strisce che hanno segnato la cultura e
coltivato il senso dell’ironia (e soprattutto dell’autoironia) di una bella fetta della sinistra nostrana» (Stefano Jesurum) • «Ha creato le vignette di Bobo parafrasando le vicende della sua famiglia. Così i due ragazzini della striscia (famosa già nell’81) sono cresciuti insieme con i suoi figli fino a quando Ilaria, laureanda in
Lettere, ha protestato che Qui, Quo, Qua non crescevano. Detto fatto: sulle
strisce sono rimasti adolescenti. “Il mio è un lavoro da solitario. Ma per trovare idee devo uscire”. Ecco allora, anche per un’incontenibile curiosità, il cinema (
Cavalli si nasce dell’89 e Non chiamatemi Omar del 92, insieme con Altan), la televisione (Cielito Lindo), i reportage in giro per il mondo per l’Unità, perfino l’attività da sindacalista» (Valeria Palumbo) • Bobo «è nato nel 79 sul mensile Linus. Negli anni, ha dato voce alle inquietudini e ai
dubbi dei militanti della base prima comunista e poi diessina, lasciando all’amico-compagno Molotov l’onore e l’onere dell’ortodossia. Architetto, Staino si iscrive nel 61 al Pci e nel 69 al partito
comunista marxista-leninista. Grazie a Oreste del Buono, direttore di Linus,
inizia a disegnare la sua creatura. La motivazione, confessata nel sito
www.sergiostaino.it, è tutta economica: nasce la primogenita, la moglie peruviana Bruna non trova
lavoro... non si arriva alla fine del mese. Successo immediato, clamoroso. Nell’84, l’anno della morte di Berlinguer, vince il premio Forte dei Marmi con la
motivazione solenne: “per aver introdotto l’umorismo, la malinconia e la riflessione nel partito comunista”. Il regista Ettore Scola sottolinea l’importanza della “terapia analitica collettiva” cui le strisce di Staino sottopongono quotidianamente il Pci, nell’87 Bobo diventa una star televisiva nel programma
Drive In, interpretato dal regista-cantante Paolo Pietrangeli. Da allora l’evoluzione del pensiero di Bobo è libera e fuori dagli schemi» (Barbara Palombelli) • «Il momento a cui sono più legato è stato quando, nell’84, ho fatto “raccontare” a Bobo i funerali di Berlinguer. Era la prima volta che il mio segno satirico
veniva messo al servizio di un’emozione non ironica» (da un’intervista di Marco Raffa).