Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SORRENTINO
Paolo Napoli 31 maggio 1970. Regista. Tra i suoi film: L’uomo in più (2001), Le conseguenze dell’amore (2004), tutti e due con Servillo. Da ultimo L’amico di famiglia (nel 2006, con Giacomo Rizzo, Fabrizio Bentivoglio, Laura Chiatti, Clara Bindi)
• «Alto, dinoccolato, sguardo limpido e curioso da ragazzino» (La Stampa) • «Regista di punta della nouvelle vague napoletana» (Maurizio Porro) • «I buoni mi annoiano, dei cattivi mi innamoro, vorrei che il senso fosse la
rivincita dei brutti con una forma di bellezza nascosta e forse migliore. Mi
piace rovistare nelle zone eccessive dell’inconscio, scoprire legami particolari, andare al di là del folklorismo» • «Il buon cinema è quello dei cattivi. Perché non esiste un Padrino italiano? Non mi interessano le linee rette ma le sfaccettature, gli alti e
bassi. Quello che la tv non può fare. Mi sento in buona compagnia con Garrone, Crialese, Piva, Marra, Vicari,
Gaglianone. Mi piace questa generazione che è uscita dal raccontare io io io. E non cinefila: la nostra genuina ignoranza sta
producendo qualcosa. Muccino lo ammiro perché i suoi sono i film che non saprei fare. Purtroppo per lui mi viene in mente
quello che diceva Flaiano, che in Italia sei prima una giovane promessa, poi il
solito stronzo e infine un abile maestro (
in realtà Arbasino — ndr). Lui è entrato nella seconda fase, non la fanno passare liscia a chi ha successo. Ma
sceglie il territorio quotidiano e a me sembra che le storie debbano essere
eccezionali. Sento più affinità con Garrone che racconta l’uomo sgozzato dentro il cui corpo è nascosta l’eroina» (da un’intervista di Paolo D’Agostini).