Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SODANO
Angelo Isola d’Asti (Asti) 23 novembre 1927. Cardinale. Fino al 2006 segretario di Stato
vaticano • «È stato l’“ombra” leale e incrollabile del secondo capitolo del pontificato wojtyliano. Ministro
degli Esteri vaticano nell’88, È salito al vertice della Curia nel 90. Giovanni Paolo II girava per il mondo,
caratterizzando la sua missione attraverso gesti profetici — le riunioni dei leader religiosi ad Assisi, il grande mea culpa del Giubileo,
la predicazione contro il pensiero unico del liberalismo selvaggio, l’impegno a difesa della vita e in favore di una globalizzazione dal volto umano,
la strenua opposizione all’invasione dell’Iraq da parte di Bush — e al chiuso delle stanze vaticane Sodano faceva il lavoro silenzioso e
tranquillo del timoniere. “Noi dobbiamo essere fedeli esecutori”, ha sempre inculcato ai collaboratori. E con la solidità che gli veniva dalla sua estrazione rurale ha pilotato, agli ordini di Giovanni
Paolo II, la nave della Chiesa attraverso la crisi jugoslava — prima con il riconoscimento prematuro dell’indipendenza di Croazia e Slovenia, poi con l’appoggio alla teoria dell’“intervento umanitario” voluto da Wojtyla a tutela della Bosnia — attraverso la prima guerra del Golfo, le crisi di Terrasanta e i conflitti nel
Kosovo e in Afghanistan, fino alla grande campagna diplomatica per isolare
(visto che bloccare era impossibile) l’avventura militare degli Stati Uniti in Mesopotamia. “Ma vi conviene irritare un miliardo di musulmani — fece sapere in quell’occasione ai suoi amici americani — e la lezione del Vietnam non vi ha insegnato niente?”. Un padre deputato democristiano per tre legislature, Sodano ha passato gran
parte della sua vita nel servizio diplomatico. Molta America latina e poi la
missione come nunzio in Cile a partire dal 77. Se in una prima fase gli È stata rimproverata eccessiva accondiscendenza verso il regime di Pinochet, È anche vero che, in collegamento con Washington, Sodano È stato promotore della transizione che ha costretto il dittatore ad accettare l’esito del referendum popolare con cui si È conclusa la sua carriera politica. In Italia, da segretario di Stato, È stato il primo a sdoganare Fini dopo la svolta post-fascista dei missini,
lavorando per un consolidamento dello schieramento di centrodestra. Con lealtà, ma anche con franchezza, ha accompagnato papa Wojtyla nel suo calvario finale,
non nascondendo la drammaticità della situazione. E non c’È dubbio che sia stato uno degli artefici della rapida ascesa di Ratzinger al
trono papale» (Marco Politi).