Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SIFFREDI
Rocco (Rocco Tano) Ortona Mare (Pescara) 4 maggio 1964. Attore. Porno • «L’infanzia “normale” in una famiglia modesta, i primi piaceri solitari in bagno, la vergogna provata
quando sua madre l’ha colto sul fatto, una libido che diventa rapidamente “imbarazzante”. Nelle memorie è anche questione di “taglia”, come per tutta la sua vita. Una volta per tutte, Rocco Siffredi conferma “sono proprio 24 centimetri”. “Certo un grande sesso per essere attore porno aiuta, perché è visivo — ha dichiarato a France Soir — un grande Rocco Siffredi con un piccolo sesso, non sarebbe stato possibile”. Questa carriera Rocco Siffredi l’ha scelta per “vocazione”. “Essere attore porno è un vero lavoro — ha detto — fare l’amore per otto ore è impossibile per un comune mortale. C’è bisogno di talento, ma anche di tecnica”. L’attore ha alle spalle 1.500 film e circa 4.000 donne con le quali ha avuto dei
rapporti sessuali “se mi tengo ad una media — ha sottolineato — di tre o quattro donne per film”. La “paura e la vergogna” degli inizi, gli alti e i bassi e gli insuccessi (pochi). Alto, muscoloso,
faccia maschile più da slavo che da italiano, però, tratto gentile e diretto, parlare esplicito ma mai volgare, protagonista di un
film “serio” della Breillat, Rocco Siffredi sorprende per la semplicità con cui ha affrontato il suo mestiere. “Un lavoro perfetto per me, di cui mi piace tutto, eccetto il giro che gli si
muove intorno. Fare l’amore è un atto naturale, anche davanti a una telecamera, ma frequentare certi
produttori di porno-film, a volte, è veramente disturbante”. La cosa che lo infastidiva nel suo lavoro era “la solitudine, la sera, a casa. Poi ho trovato una moglie e anche il vuoto è stato riempito”. Sposato con la bella ungherese Rosa (in arte Caracciolo) che gli ha dato due
figli» (La Stampa)
• «A tredici anni, quando ho iniziato ad andare con le ragazze, sentivo forte il
peso di una certa mentalità. Se stavi con una e poi con un’altra e poi con un’altra ancora, alla fine venivi considerato un porco e nessuno voleva avere più niente a che fare con te. Per questo a 15 anni non ne ho potuto più e sono andato a Parigi, in cerca di lavoro. Ho iniziato in un club di scambisti
e lì, per la prima volta, mi sono sentito felice»
• «A dargli man forte, contro tutte le convenzioni, è stata proprio la mamma. Ebbene sì, Rocco è diventato il re del porno con la benedizione di mammà, altrimenti chissà quale modesta fine avrebbe fatto: “Devo tutto a mia madre che mi ha sempre sostenuto. Se mi fossi accorto che il
mio mestiere la rattristava avrei smesso subito. Lei è stata bravissima, soprattutto agli inizi, quando, nel palazzo dove abitavamo, s’era sparsa la notizia del mio lavoro: diceva a tutti ‘se lui è felice tutto il resta non conta’”. Diverso l’atteggiamento dei fratelli che “per molti anni non volevano neanche che toccassi i loro figli. Adesso tutto è cambiato, anche se l’Italia resta un Paese dove le regole imposte dalla società sono molto forti, forse anche perché la Chiesa ha un ruolo tanto importante”. Certo, in Francia è tutto più semplice. Arriva una regista super-intellettuale come Breillat, ti fa
interpretare ruoli dove il sesso è un modo per parlare d’altro ed ecco che ti ritrovi a concedere fiumi d’interviste a schiere di occhialuti cinefili del mondo: “Comunque fare la pornostar non è facile. è una specie di marchio che mi sento addosso anche adesso, dopo che ho incontrato
una grande artista come Catherine, un’autrice che mi fa pensare a Pasolini”» (Fulvia Caprara)
• Il film della Breillat si chiama Anatomie de l’enfer (2004), in italiano Pornocrazia.