Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SESTINI
Massimo Prato 24 aprile 1963. Paparazzo • «Il più famoso paparazzo italiano. Per rubare uno scatto si traveste, si nasconde, vola
in elicottero. “Ogni tanto ho preso anche una montagna di botte” confessa. “È una forma di giornalismo. È raccontare attraverso immagini vere quello che gli altri vogliono nascondere”. La sua foto più famosa? “Lady Diana in bikini al mare nel 91. Il primo due pezzi di una dinastia reale”. Il suo “furto” più ardito? “I funerali di Stefano Casiraghi, con Carolina in lacrime”. E nella cronaca? “La strage del Rapido 904 a Firenze nell’84. Mi nascosi tra un gruppo di magistrati e riuscii a fotografare quello che
nessuno avrebbe più fotografato. I carabinieri mi sequestrarono tutto ma non i rullini che avevo
nascosto nei calzini. Stern fece la copertina con le mie foto. Wojtyla che
nuotava in piscina a Castelgandolfo fu un vero colpo. Con Benedetto XVI ci si
diverte di meno”» (da un’intervista di Repubblica)
• «Ha una faccia stretta, bucata da due occhi sveltissimi. L’aria, insieme indifesa e furbissima. Quando scattò la foto di Lady Diana in bikini sulla spiaggia di Capo Codacavallo, in
Sardegna, la pubblicarono tutti, proprio tutti i giornali, da Time a Newsweek,
a Stern a Paris Match. Il furbo Sun, per primo, gli mandò a casa, il giorno dopo, una giornalista e un fotografo per raccontare ai
lettori chi era l’autore di quello scoop che era sembrato impossibile. Lo chiamano nei talk show a
New York, a Monaco, a Madrid. Lo chiamano a raccontare i suoi segreti di
paparazzo. È uno che ruba fotografie» (Antonella Boralevi)
• Berlusconi che corre nel suo parco a Porto Rotondo. «Un servizio fatto per caso. Dovevo fare la festa della Santanché a Porto Rotondo con la Paola Pollo del Corriere della Sera. Però il pomeriggio ero da Diego Della Valle che presentava la Fiorentina. Mi ero
organizzato per prendere un volo da Bologna, alle sei e mezzo. E invece, Diego
mi fa fare tardi. E io dico “cavolo, come faccio ad arrivare a Porto Rotondo”. E lui: “sei nato con la camicia, perché io comincio le mie vacanze e vado proprio in Sardegna”. Mi dà un passaggio con il suo aereo. La mattina dovevo ripartire, non mi ero portato
neanche i teleobiettivi. Mi chiama in albergo Alberto Pinna, che era l’inviato del Corriere su Berlusconi e mi dice “so che la mattina fa jogging”. Allora io chiamo un amico e gli dico “tu mi presti il tele e poi stecchiamo”. Allora vado lì e mi faccio un culo così, tutto il golfo, tutta la montagna, tutto il bosco, a piedi, tra le frasche.
Non si vede nulla. E poi ci sono i Cacciatori di Sardegna, che sono soldati
addestrati per muoversi nei boschi, una specie di rambo, piazzati dappertutto.
Corro come un pazzo, poi mi fermo e penso: “Se si È comprato 40 ettari di bosco e ci ha fatto dentro un laghetto artificiale, che
cosa c’È di imperdibile, per lui? Il laghetto. Vorrà andare a vederselo, no? Vado al laghetto”. Mi piazzo lì e la sera, che ero arrivato da poco dopo tutti i giri che avevo fatto, vedo
spuntare dal verde un mitra. Se c’È un mitra, c’È Berlusconi, mi sono detto. E infatti c’era. E io scatto. E il giorno dopo il Corriere aveva la foto in prima pagina. E
io ritorno nel bosco. Mi apposto. Vedo un cacciatore di Sardegna sotto di me,
proprio sotto e penso “guarda questo che sembra Rambo” e lo sapevo che poi mi sarebbero venuti a prendere, ma mi sono detto: “proviamoci lo stesso”. Arriva Berlusconi, arriva il gruppo, scatto. E mi sento toccare la schiena, da
dietro: lo stesso cacciatore di Sardegna che avevo visto sul masso sotto di me.
Va bene, vado con lui. Mi portano dal capo. “Documenti!” tiro fuori i miei documenti e il capo prende la mia patente e fa un salto “Ah, Sestini!”. Io dico “scusi, ma io sono incensurato, come È che mi conosce?”. E lui si mette la mano in tasca e tira fuori la foto spiegazzata del Corriere.
“Ci dia i rulli”. “Eh, no” dico io. Dico che le foto le ho fatte da una montagna pubblica. Che non ci sono
recinti che dicono che quella È proprietà privata. E le foto me le sono tenute. Bastava un cartello, ma non avevano fatto
in tempo a metterlo. Ho avuto culo”».