Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SERAFINI
Luigi Roma 4 agosto 1949. Artista • «Pattina tra gli alfabeti, e gioca con le nuvole, come i personaggi di inchiostro
di Raymond Queneau, quello dei Fiori blu (Mondadori). In una lontana notte surrealista, durata trenta mesi, ha immaginato
una scrittura che (forse) non si legge e un mondo che (forse) non si vede, con
uomini che diventano tenaglie, uova che volano, alberi capovolti, zoologia
vegetale, insetti e coccodrilli. Ne ha fatto una Enciclopedia fantastica,
spiazzante e inservibile che assomiglia al mondo reale quanto un sogno
assomiglia al mistero dei miraggi. Si chiama Codex Seraphinianus, è un mondo bidimensionale, una sequenza di invenzioni colorate, pubblicato nell’81 tra i volumi luccicanti di Franco Maria Ricci che ammirava i mondi fantastici
di Jorge Luis Borges e li declinava in caratteri Bodoni. Da quei tempi nero&oro il Codex (che affascinò Italo Calvino e che Federico Zeri definì un incanto eccentrico) è entrato nella leggenda dei piccoli universi paralleli. Le circa trentamila
copie che da allora circolano nel mondo, sono introvabili. Ma hanno lasciato
una scia indelebile, che smaterializzandosi si è ricomposta nel passaparola della Rete. Decine di siti nel mondo riproducono le
sue tavole a colori e le sue pagine fitte di calligrafia inventata e perciò leggermente inclinata verso l’abisso» (Pino Corrias)
• Un pomeriggio del 76: «Mi chiama un amico e mi dice: passo a prenderti che andiamo al cinema. E io
senza sapere bene perché gli dico: no resto a casa, devo fare un’Enciclopedia. E quando metto giù il telefono, comincio davvero a disegnare. Comincio da un uomo, poi un
cacciavite, una foglia, un ingranaggio. E scrivo, riga dopo riga, didascalie
immaginarie, scivolando in automatico: segni danzanti e pause bianche… Una tavola dopo l’altra, senza sbagliare mai, per giorni, settimane, mesi».