Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SCAPARRO
Maurizio Roma 1932. Regista. Dal 2006 direttore della sezione teatrale della Biennale • Inizi poco più che ventenne come critico teatrale de l’Avanti!, Maschere, rassegna mensile di vita del teatro, direttore del Teatro
Nuovo, dal 63 direttore del Teatro Stabile di Bologna, nel 64 l’esordio alla regia con Festa grande di aprile (di Franco Antonicelli, al Teatro Municipale di Reggio Emilia), nel 65 la
consacrazione al Festival dei due mondi di Spoleto con La venexiana di Anonimo del Cinquecento, quindi, tra l’altro, Sagra del Signore della nave di Pirandello (67), Chicchignola di Petrolini (69, con Mario Scaccia), Amleto di Shakespeare (72, con Pino Micol), Memorie di Adriano di Yourcenar (con Giorgio Albertazzi, 89 e 94). Ha diretto compagnie autonome
(Teatro Indipendente, Teatro Popolare di Roma), Teatri Stabili (Bolzano, Roma),
istituzioni pubbliche (la Biennale inventando il Carnevale veneziano, il
settore spettacolo dell’Expò di Siviglia, l’Ente teatrale italiano) • «Se avessi dovuto scegliere un’altra parola, invece di Utopia, per definire il mio lavoro teatrale, la mia
tensione verso un traguardo sognato, ammesso e non concesso che tutto si possa
definire così sommariamente, avrei scelto la parola Festa. Ma le due condizioni non sono mai
state, per me, troppo lontane. Il tratto di unione che ho cercato da sempre di
stabilire fra loro, sta nel tentativo di comunicare, attraverso il Teatro, le
ansie e le speranze dei nostri giorni. A più gente possibile, nel modo più umano possibile, ben sapendo le difficoltà crescenti del comunicare teatro in un mondo che tecnologicamente ha fatto passi
enormi e spesso affascinanti. Ora, quando si parla di Festa, due associazioni
tornano in mente: la prima è festa farina forca, la seconda è il momento liberatorio che va dal concetto carnascialesco di Bachtin a quello
che può accadere (talvolta) attraverso la rappresentazione teatrale».