Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SCALZONE
Oreste Terni 26 gennaio 1947. Ex di Potere operaio e Autonomia operaia. Vive in Francia
(dove è scappato nell’81) • «7 aprile, data simbolo per la storia giudiziaria e politica d’Italia; quel giorno del 79 scattò la maxi-retata contro i capi dell’Autonomia operaia accusati di associazione sovversiva, banda armata e — alcuni — di essere i veri capi delle Brigate rosse. Tra loro i principali leader del
disciolto gruppo di Potere operaio: Toni Negri, Franco Piperno, Oreste
Scalzone, Emilio Vesce. Scalzone venne arrestato a Roma, nella sede della
rivista Metropoli: “Dovevo scrivere una lettera sull’amnistia e un reportage sui funerali bolognesi di Barbara Azzaroni, una compagna
del 68 passata a Prima Linea, uccisa in uno scontro a fuoco”. Non scrisse niente perché la sera era già a Regina Coeli: “Cominciò il giro delle carceri, da Roma a Padova, poi Rebibbia, gli speciali di Cuneo e
Palmi, Termini Imerese, poi ancora Rebibbia e Regina Coeli”» (Giovanni Bianconi)
• Scarcerato per motivi di salute («giunsi a pesare 39 chili, mi vennero un’ischemia e l’epatite») scappò all’estero: «Stava arrivando una nuova ondata di pentiti, mandai un messaggio ai compagni in
prigione e organizzai l’espatrio. In Corsica mi portò Gian Maria Volonté con la sua barca. Dalla Francia, che allora estradava in un amen, giunsi in
Danimarca attraverso il Belgio e l’Olanda. Solo dopo la vittoria di Mitterrand arrivai a Parigi, l’11 novembre 1981»
• «Se pure ho avuto la fortuna di non dover sparare a qualcuno, mi sento la
corresponsabilità diretta soprattutto di alcuni ferimenti firmati con sigle diverse, tra il 74 e
il 76. Per esempio un’azione sul piazzale della Marelli contro il responsabile delle guardie; il
giorno dopo ci fu lo sciopero ma noi eravamo lì a dire “né una lacrima né un minuto di salario per il capo degli sbirri padronali”».