Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SARZANINI
Fiorenza Roma 27 settembre 1965. Giornalista. Del Corriere della Sera • «È figlia d’arte. Fabrizio, il padre, È stato supercronista giudiziario dell’Ansa e demone tentatore della figlia. Quando gli annunciò che si era iscritta a Legge, lui fece: “Ma intanto vieni con me alle udienze in tribunale. Questa È la vera università”. A sette anni, Sarzaninetta aveva già deciso per il giornalismo. Al tempo del rapimento Moro, scriveva degli articoli
sul caso e il babbo che lo seguiva sul campo li trovava sullo scrittoio al
rientro. Vedendola così agitata, la mamma decise di metterla al Marymount dalle suore, per di più inglesi. Le sante donne fecero il dovuto per la lingua, ma rinunciarono al
resto. A 20 anni, Fiorenza fa l’apprendistato al Dea, lo schedario elettronico dell’Ansa. Impara a riassumere in cinque righe le 500 del testo originario. Sempre
via papà, entra di straforo al Messaggero, giornale romanissimo che spia la vita
cittadina, quartiere per quartiere. Spulciando i mattinali di questura, l’astuta precaria pubblica succulente liti condominiali e corna illustri, dai
Parioli a Tor Tre Teste. Regola dei giornali È che i collaboratori saltuari non stiano in redazione, ma mandino gli articoli
da casa. Lei se ne impipa e scrive nascosta da un armadio dell’archivio come la segregata di un lager. Si becca il soprannome di Anna Frank.
Quattro anni nella tana, poi Il Messaggero la piglia in pianta stabile. In
dieci anni si fa un nome. A Natale 2000, Corsera l’assume. Lo scoop lo fa al G8 di Genova. Getta il cartellino stampa e si mescola
agli antiglobal. La polizia la picchia e lei ci gode: “Ho visto da dentro, non per sentito dire. Non mi capiterà più, se non in guerra”, dice estatica tre mesi dopo» (Giancarlo Perna).