Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SARFATTI
Riccardo Milano 3 aprile 1940. Architetto. Politico. Candidato del centrosinistra (contro
Formigoni) alle regionali 2005 per la presidenza della Lombardia • «È un bel signore dallo sguardo chiaro, dall’eleganza semplice, un po’ dispersivo nel parlare. Liceo Manzoni, sciatore, tennista, e interista. Abita
in una casa piena di belle lampade con vista sulla Villa Reale di Leopoldo
Pollack (la Milano austriaca), l’ufficio È in un lembo verde tra Bovisa e Affori (la Milano operaia). È un prodotto di quella borghesia intellettuale milanese sempre data per morta da
chi la conosce poco. Il padre, Gino Sarfatti, ingegnere aeronautico mancato,
aveva fondato nel 39 un’officina per produrre lampade che nel dopoguerra sviluppò in Arteluce, marchio pionieristico del design. Riccardo È figlio d’arte: architetto, ha prima lavorato col padre, insegnato all’università a Venezia, poi, dopo la vendita di Arteluce alla Flos, altro marchio nobile,
creò il proprio studio di progettazione, sviluppato nel 78 in Luceplan, un’azienda di illuminotecnica di calibro europeo, una vera azienda-manifesto del
made in Italy. Esporta il 75 per cento del fatturato, dà lavoro a cento persone (“Mai un licenziamento”) e ha resistito a molte offerte d’acquisto. Il figlio Alessandro, di ritorno dagli Usa, ne ha assunto la guida. I
Sarfatti erano ebrei veneziani. Margherita Sarfatti, la giornalista sponsor del
Mussolini “milanese”, era zia di Gino, il quale, dopo la Liberazione, si accostò al cristianesimo» (Enrico Arosio).