Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SANTANCHÉ
Daniela (Garnero) Cuneo 7 aprile 1961. Politico. Deputato. Di Alleanza Nazionale • Figlia di Ottavio e Delfina, imprenditori dei trasporti. È diventata Santanché dopo il matrimonio con Paolo, chirurgo estetico. Laureata in Scienze politiche
con una tesi su Donna e impresa, master alla Bocconi, fonda nel 92 una società specializzata in comunicazione, pubbliche relazioni e marketing strategico. È deputato dal 2001 • «Ho capito di essere diventata un marchio, un brand, una mattina, in Sardegna, su
una spiaggetta quasi deserta. Ero in bikini, a prendere il sole. Si avvicina un
bimbetto che avrà avuto al massimo cinque anni e mi dice: Scusi, lei È la Santanché? La posso toccare? La mia mamma e le sue amiche dicono che lei È tutta di plastica... L’anno successivo, per continuare la mia campagna personale, mi feci stampare una
maglietta con su scritto: 100 per cento, tutta plastica»
• «“Ho fatto della mondanità un lavoro”, e si capisce che mentre lo dice pensa a tutte le croniste che la eleggono, a
turno, ogni estate, regina dell’eccesso. Faccia tosta e simpatica, fisico tonico e scattante, seno abbondante “tutto mio, ho rifatto in verità solo il naso perché aveva la gobba”, gambe appese a tacchi vertiginosi, sempre vestita come piace ai maschi. Con il
socio Flavio Briatore, “amico dai tempi di Cuneo” È proprietaria del Billionaire, un locale che lei definisce “un pozzo di san Patrizio”. La filosofia della signora È la seguente: “La gente ha voglia di sognare. Divertirsi e liberarsi fa bene alla salute. Siamo
circondati da ipocriti che fingono di detestare il lusso e le belle donne. Lo
sa che moltissime persone, anche al vertice delle istituzioni, vorrebbero solo
andare alle feste e poi uscire con la fotina su Chi? Lo sa che mi chiedono di
imbucarli alle feste dove vado io? Le donne casalinghe, quelle che a milioni
guardano
Beautiful, secondo lei, vorrebbero somigliare a me o a Rosy Bindi?”» (Barbara Palombelli) • «Mi sono laureata e sposata in pochi mesi, era l’83. La mia tesi, in scienze politiche, su Donna e impresa, mi fece capire che comunicare È importante tanto quanto fare. Arrivai a Porto Cervo e misi in pratica la
lezione in famiglia: decisi che mio marito, giovane e sconosciuto chirurgo
plastico, sarebbe diventato famoso in tutta Italia. Le feste e gli eccessi
servivano ad attirare l’attenzione su di me, testimonial perfetta di un uomo di successo. Gli ho fatto
guadagnare miliardi...» (il matrimonio È finito con una battaglia d’avvocati).