Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SANSA Maya Roma 25 settembre 1975. Attrice. Tra i suoi film La balia (Bellocchio, 99), Buongiorno, notte (Bellocchio, 2003), La meglio gioventù (Giordana, 2003), L’amore ritrovato (Mazzacurati, 2004) • «Sono molto legata a Bellocchio, per me è come un padre
SANSA Maya Roma 25 settembre 1975. Attrice. Tra i suoi film La balia (Bellocchio, 99), Buongiorno, notte (Bellocchio, 2003), La meglio gioventù (Giordana, 2003), L’amore ritrovato (Mazzacurati, 2004) • «Sono molto legata a Bellocchio, per me è come un padre. Quando mi ha cercato per La balia ero ancora in Accademia a Londra, ho fatto sei provini prima di avere il ruolo, ero emozionatissima, era la mia prima volta su un set. Poi, quando ho saputo che cercava un’attrice per Buongiorno, notte morivo dalla voglia di chiamarlo ma non l’ho fatto, conoscendolo ho pensato che sarebbe stato controproducente. Alla fine mi ha chiamato lui, mi sono preparata moltissimo, ho letto la Braghetti, Franceschini, Morucci, nel 78 avevo due anni e mezzo, non avevo ricordi personali e Marco non mi aveva dato la sceneggiatura. Ho cercato il punto di vista dei brigatisti, scegliendo di credere nella loro sincerità, se avessi cominciato a sospettare avrei solo confuso le idee. Ho fatto tre provini, il secondo era andato male, ero disperata. Marco mi ha chiamato a una settimana dalle riprese, finalmente ho avuto tutte le risposte che cercavo su Chiara» • «Io sono nata a Roma, mia madre è italiana, mio padre è iraniano. L’ho cercato e l’ho incontrato per la prima volta quando avevo 15 anni, adesso abbiamo un bellissimo rapporto. Sono andata in Iran a conoscere i nonni e la famiglia. è stata un’emozione forte che non so descrivere a parole, mi sono sentita accettata, accolta con espressioni di calore e d’affetto, soprattutto all’interno delle case. Mi sono “riconosciuta”, del resto somiglio più a mio padre che a mia madre» (da un’intervista di Maria Pia Fusco) • «La meglio gioventù è durato sei mesi. Un lavoro corale, mi rendevo conto di essere in un progetto molto ampio ma anche molto gioioso e rilassante. Nessuna tensione, il set era un appuntamento piacevole. Una bella atmosfera, penso che mi abbia aiutata ad affrontare il personaggio: Mirella è una donna serena. Nella sceneggiatura era un po’ vittima della vita e della sua solitudine isolana, poi invece insieme agli autori e con il loro benestare è diventato un personaggio libero» (da un’intervista di Paolo D’Agostini).