Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
SACCOMANNI
Fabrizio Roma 22 novembre 1942. Economista. Direttore generale della Banca d’Italia (dall’ottobre 2006, sei anni, rinnovabili una sola volta) • A via Nazionale «ha passato ben 35 anni della sua vita, prima di spostarsi a Londra, alla Bers,
come vicepresidente, nel 2003. Fu assunto dal governatore Carli, alla fine
degli anni Sessanta, che poi lo mandò a studiare a Princeton per “farsi i muscoli” ed è sempre rimasto in posizioni delicatissime con tutti i suoi successori. Con
Carlo Azeglio Ciampi, in particolare, ha co-pilotato la lira nei giorni
terribili della crisi del 92 e, successivamente, ha condiviso la grande
battaglia per entrare nell’Euro, nella “serie A”, come si diceva a quel tempo. Il suo nome era anche circolato per il vertice
della Bce, nel maggio del 98, ma poi non se ne fece nulla: in quel posto andò Tommaso Padoa-Schioppa. Una passione per la musica e per la poesia, un amore
per i sonetti del Belli, Saccomanni è un economista apprezzato, in Italia e all’estero. Ha scritto moltissimi libri, è stato a Washington, all’Fmi, ha conosciuto di persona tutti i più importanti banchieri centrali, a cominciare dall’americano Volker, ha visto da vicino il crollo del sistema dei cambi fissi, l’era della grande inflazione da caro-petrolio, poi gli accordi del Louvre e del
Plaza per pilotare il dollaro al ribasso, quindi le grandi speculazioni
monetarie dell’inizio degli anni Novanta, fino all’avvio dell’euro» (Elena Polidori)
• «Romano come Draghi, gli è stato vicino nel periodo in cui entrambi lavoravano nella capitale britannica;
di Tommaso Padoa-Schioppa è amico da quarant’anni, da quando erano studenti all’Università Bocconi; è in ottimi rapporti con Prodi. Un uomo dai nervi saldissimi, sottoposto a
tensioni enormi a tutte le ore del giorno e della notte, eppure sempre gioviale
e di buon umore, si diceva di Saccomanni quando come capo del servizio rapporti
con l’estero sovrintendeva alla difesa del cambio della lira» (Stefano Lepri).