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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

SACCHETTI

Ivano Montecchio Emilia (Reggio Emilia) 27 luglio 1944. Manager. Ex amministratore
delegato vicepresidente Unipol (nel 2005 costretto alle dimissioni con Giovanni
Consorte per essere finito nell’inchiesta Antonveneta) • «Una vita da mediano quella di Ivano Sacchetti da Reggio Emilia. Con il suo baffo
triste, il capello grigio, l’occhiale fuori moda, per un ventennio ha accompagnato senza fiatare l’irresistibile ascesa di Gianni Consorte. Inanellando un affare dietro l’altro, il grande capo era salito con un balzo sul palcoscenico della finanza che
conta. E lui, Ivano, sempre dietro le quinte. Sempre a fare da spalla all’ingegnere chimico folgorato sulla via delle polizze e delle coop. Eppure, a ben
guardare, entrambi sfoggiavano i gradi di amministratore delegato di Unipol.
Certo, il compagno Gianni era anche presidente, mentre Sacchetti gli faceva da
vice. Per tutto il resto, però, viaggiavano sempre affiancati. Stesso stipendio, circa 1,6 milioni l’anno. Idem per le deleghe di gestione. Perfino le interviste ai giornali, di
tanto in tanto, le rilasciavano in coppia. E, come sta emergendo dalle
indagini, si spartivano a metà, euro più euro meno, anche i guadagni multimilionari di lunga serie di affarucci
riservati. C’è poco da sorprendersi, allora, se a Lodi, nella banca dell’amico Gianpiero Fiorani, i due furbetti fossero vicini di conto corrente. Numero
1039/38 quello di Consorte. A Sacchetti invece toccò il 1038/37. Così anche adesso, nei giorni bui della sconfitta e delle accuse, a ognuno tocca di
recitare la sua parte in commedia, quella di sempre. Con il presidentissimo
trasformato in un mostro da prima pagina. E l’altro, il vice, colpito dalle medesime infamanti accuse, relegato a far da
comparsa nelle foto di repertorio» (Vittorio Malagutti)
• «I Sacchetti vengono dalla campagna, erano mezzadri, poi sono state tante altre
cose, tutte buone, grazie al capostipite Valter, il padre di Ivano. “Un uomo davanti al quale ci si deve solo togliere il cappello”. Da comandante partigiano, il nome di battaglia di Valter Sacchetti era “Spartaco”. Quando scese dalle colline, avviò il sistema delle cooperative nella provincia, fu sindacalista, e senatore Pci
per due legislature. Un uomo antico con intuizioni moderne. Fu lui a portare il
lambrusco negli Usa, sfidando il dumping americano» (Marco Imarisio).