Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
RULLI Stefano Roma 3 ottobre 1949. Regista. Sceneggiatore. Oltre alle prime sei serie della Piovra (esclusa la seconda), tra i suoi film Mery per sempre e Il muro di gomma (Marco Risi, 89 e 91), Il portaborse, Arriva la bufera e La scuola (Luchetti 91, 93 e 95), Il ladro di bambini (Amelio, 92) • «Sceneggiatore dagli Anni 80, dopo aver scritto su note riviste di critica cinematografica e dopo aver girato, nel 75, con Silvano Agosti, Marco Bellocchio e Sandro Petraglia, il documentario Matti da slegare, Stefano Rulli ha girato Un silenzio particolare
RULLI Stefano Roma 3 ottobre 1949. Regista. Sceneggiatore. Oltre alle prime sei serie della Piovra (esclusa la seconda), tra i suoi film Mery per sempre e Il muro di gomma (Marco Risi, 89 e 91), Il portaborse, Arriva la bufera e La scuola (Luchetti 91, 93 e 95), Il ladro di bambini (Amelio, 92) • «Sceneggiatore dagli Anni 80, dopo aver scritto su note riviste di critica cinematografica e dopo aver girato, nel 75, con Silvano Agosti, Marco Bellocchio e Sandro Petraglia, il documentario Matti da slegare, Stefano Rulli ha girato Un silenzio particolare. All’inizio, nel 98, il film doveva essere una testimonianza sulle attività della “Città del sole”, la fondazione creata da Rulli e da sua moglie, la scrittrice Clara Sereni (da cui oggi è separato - ndr), per “sperimentare progetti di vita con persone che hanno problemi mentali più o meno gravi”. A mano a mano che le riprese andavano avanti, il loro figlio, Matteo, anche lui ospite della struttura, ha iniziato a mostrare interesse per l’esperimento: “Entrava in campo mentre giravamo, era come se volesse partecipare al gioco. Ho provato a vedere se aveva voglia di stare davanti alla macchina da presa, e così l’asse del racconto si è spostato, il documentario è diventato un film su di noi”. Intorno ai mutismi, alle tristezze, alle ribellioni del protagonista, si muovono gli altri personaggi della storia, ospiti della speciale casa di vacanza, intervistati dal regista, ritratti mentre parlano con gli amici e con i parenti» (La Stampa).