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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

RUBBIA

Carlo Gorizia 31 marzo 1934. Fisico. Premio Nobel 1984 per la scoperta delle
particelle elementari W e Z (insieme a Simon van der Meer) • Laureato alla Normale di Pisa (57), un anno di studi presso la Columbia
University, poi, dopo una breve sosta alla Sapienza di Roma, va a lavorare al
Cern di Ginevra, dove ancora oggi si occupa di ricerche inerenti la fisica
delle particelle elementari. Qui ha promosso la modifica dell’esistente acceleratore SPS in un collisionatore protone-antiprotone col quale
nel 1983 ha scoperto le particelle che sono responsabili dell’interazione debole, cioè i bosoni vettoriali W+, W- e Z°. Risultato che gli è valso il Nobel. è anche riuscito ad avere conferma dell’unificazione della forza elettromagnetica e della interazione debole nella forza
elettrodebole
• «Quando ho avuto la notizia stavo andando a Trieste. Ero in taxi e da Linate mi
dirigevo a Malpensa, dove il mio volo era stato dirottato. In macchina il
tassista aveva la radio accesa e a mezzogiorno venne data una notizia flash. Un
italiano aveva vinto il Premio Nobel per la fisica. E fecero il mio nome. Il
tassista commentò: “Ma chi è questo Rubbia?”. “Guardi che sono io”, gli risposi. E lui si commosse talmente che non volle farmi pagare la corsa.
La notizia non mi prendeva del tutto di sorpresa, sapevo di essere in una rosa
di candidati, ma quello che accade tra i membri dell’Accademia delle Scienze non ha nulla di formale ed è davvero imprevedibile. Quando ti capita una tegola del genere sulla testa è come essere percosso da una forza centuplicata. Un premio Nobel deve sapere
tutto e su tutti. Almeno questo si aspettano gli altri. Il messaggio che un
evento del genere veicola - che poi non è altro che uno dei tanti eventi della vita, perché non ti dà l’immortalità... - è che agli occhi degli altri ti trasformi in James Bond. E invece non lo sei, tu
sei rimasto lo stesso, nulla è cambiato, hai soltanto ricevuto un riconoscimento. E invece quello che dici,
tutto ciò che fai assume un peso enorme. Così impari a trattenerti, a stare attento a come ti esprimi. Quando prendi un
premio Nobel nel bel mezzo del cammin della tua vita, e io avevo 49 anni, hai
ancora un sacco di cose da fare. Ma come le fai? La ricerca è fatta di errori, di ripensamenti, di cambiamenti di rotta. Se devo fare un
calcolo, direi che delle mie idee ha funzionato un 10 per cento, l’altro novanta invece no. Ma questo accade anche a Silicon Valley. Ma se sei un
Nobel devi sempre dire la cosa giusta, e la tua produttività non può fermarsi. Invece la produttività scientifica ha una caduta fisiologica, a causa del carico di responsabilità. è un fenomeno che è stato anche studiato e analizzato. E così è. Naturalmente un premio Nobel non è soltanto una tegola sulla testa. C’è anche l’aspetto positivo. Innanzituttto è l’unico premio che ti dà un’influenza politica. Se vuoi incontrare un politico non devi fare altro che
chiederlo e vieni ricevuto. E quindi hai la possobilità di fare cose utili e necessarie per la ricerca, per i giovani e per la comunità scientifica. Se hai perduto produttività come individuo, guadagni in peso
politico e sociale. Uno scienziato quando lavora non pensa ai riconoscimenti.
Non ragiona come un’atleta alle Olimpiadi che ha come obiettivo la medaglia d’oro. La ricerca è motivata dal piacere e dal divertimento. Il piacere che si prova ad essere l’unica persona al mondo ad avere una risposta, di essere in possesso di una verità che nessun altro in quel momento sa, è il premio infinitamente più importante di qualsiasi altro. Del Nobel mi resta il ricordo della cerimonia
così regale. Il fisico ha un ruolo molto importante, scende dalla scalinata tenendo
il braccio della regina e sua moglie è il braccio del re. Ricordo il frac preso a nolo. Le prove per non sbagliare
nulla. Il cerimoniale è ferreo. Provi i tempi. Tutta la cerimonia si svolge in svedese, allora ti
spiegano come capire quando è il tuo turno: “Quando sentirai pronunciare in modo chiaro il tuo nome è il momento di alzarti”. Ti insegnano perfino come sederti alzando le code del frac, perché se ti siedi come abitualmente fai, quando ti presenti davanti al re hai tutte
le code spiegazzate»
• «Si è anche occupato di neutrini cosmici, della stabilità del protone, di fusione nucleare controllata. Ha ideato un motore (il progetto
242) che usando solo due chili e mezzo di americio 242 può portare un’astronave fino a Marte in un tempo molto minore degli attuali propulsori.
Attualmente si interessa al problema della materia oscura. L’esperimento da lui proposto, WARP (Wimp ARgon Programme), si propone di rivelare
la presenza di materia oscura sotto forma di WIMP (Weakly Interacting Massive
Particles). In Spagna presiede alla costruzione delle prime centrali solari
termiche (progetto Archimede) che mirano a sostituire le attuali centrali
elettriche» (Wikipedia)
• Dal 71 all’88 ha insegnato a Harvard. Dal 94 dirige l’International Center for Theoretical Physics di Trieste. Dal 99 al 2005 è stato presidente dell’Enea (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente). Insegna Complementi di Fisica superiore all’Università di Pavia • L’esperienza a capo dell’Enea (dove fu collocato dal governo D’Alema, prima presidente, poi commissario straordinario, poi di nuovo presidente)
è stata fonte di molte amarezze per le differenze di opinione (e l’impossibilità di qualunque mediazione) tra il presidente e il consiglio d’amministrazione dell’Ente. Alla fine, dopo la pubblicazione di una lettera di protesta su Repubblica
(«si è giunti al punto di chiedermi, avendo io presentato una rosa di cinque
nominativi, di proporne invece una di sei, indicandomi ovviamente anche quale
dovesse essere il sesto nome: quello che avevano già deciso dovesse occupare la carica di direttore generale»), il governo lo ha revocato dall’incarico, nominando commissario Luigi Paganetto, preside della facoltà di Economia nell’Università di Tor Vergata (Roma)
• Ha proposto di rendere inerti le scorie nucleari (il cui smaltimento è pieno di incognite) attraverso il cosiddetto “reattore di Rubbia”, una macchina che le bombarderebbe con neutroni ottenuti sparando protoni nel
piombo fuso. La stessa macchina, a suo dire, sarebbe capace di generare energia
nucleare in modo più pulito di quanto facciano le centrali.