Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
ROTONDI
Gianfranco Avellino 25 luglio 1960. Politico. Deputato. Dc. Fino al 2004 stava con l’Udc • «È bastato riesumare un nome che sembrava destinato all’oblio, Dc. È bastato rastrellare qualche migliaio di voti alle Regionali. È bastato poco perché Gianfranco Rotondi da Avellino, una vita da peone, si trovasse al centro di un
corteggiamento, discreto ma insistito, da parte dei leader politici più influenti del Paese. In poche settimane — in una escalation di mediatori, incontri riservati e barbe finte — il timido Rotondi si È visto cercare nientedimeno che da Silvio Berlusconi, Romano Prodi, Marcello
Pera, Roberto Formigoni, per non parlare di altri. Cresciuto alla scuola della
fazione perdente della Dc avellinese di Fiorentino Sullo e di Gerardo Bianco,
Rotondi dopo aver lasciato l’Udc si È ritrovato circondato da un ostracismo feroce da parte dei suoi ex amici di
partito. Il pur mite Follini, senza perifrasi, ha detto a Berlusconi: “La Dc di Rotondi deve restare fuori da tutte le alleanze. O noi o lui”. Il Cavaliere ha scelto l’Udc, ma Rotondi ha racimolato in alcune regioni percentuali sorprendenti. Il
2,2% in Campania, il 3,1 in Abruzzo, l’1,8 nelle Marche, persino l’1,1 in Piemonte. Silvio Berlusconi ha invitato Rotondi nella sua casa di via del
Plebiscito e ha provato a rincuorarlo. “Caro Gianfranco, vedrai alla fine verrai con noi, Casini e Follini si
convinceranno...”» (Fabio Martini)
• «L’uomo che per tre mesi È apparso ogni giorno al Tg1 come “il segretario della Dc” È risultato, alla conta dei voti, capo di un partitino che ha appena lo 0,7 per
cento, sorpassato perfino dalla lista dei pensionati. Lui tornerà alla Camera grazie alla generosa ospitalità del suo testimone di nozze, Silvio Berlusconi, ma adesso sarà imbarazzante per lui tornare a presentarsi con lo stesso titolo che fu di De
Gasperi, di Moro e di Fanfani» (Sebastiano Messina dopo le politiche 2006).