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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

ROSSELLA

Carlo Corteolona (Pavia) 19 ottobre 1942. Giornalista. Direttore del Tg5 (dal novembre
2004). Ex direttore di Stampa, Tg1, Panorama. «Il libro fondamentale della mia vita è L’arte di farsi odiare di Whistler. Ho imparato che in Italia bisogna sempre parlar bene di tutti.
Quando dici una cosa cattiva succede un putiferio. La capacità di moltiplicare l’odio da parte delle persone di cui parli male è infinita» • «Nella sua vita è riuscito a tenere tutto insieme, sempre. Lo zio di sinistra, amico di Adamo
Oldrini, storico sindaco di Sesto San Giovanni, lo raccomanda al giornalista di
destra, Nino Nutrizio, allora direttore della Notte. Giampaolo Pansa lo porta
alla Stampa di Alberto Ronchey e lui dà subito un buco al Corriere: fingendosi un impresario delle pompe funebri,
riesce a strappare ai genitori la rarissima foto della bambina morta in una
tinozza, un caso che fece scalpore alla fine dei Sessanta. Lamberto Sechi lo
assume come collaboratore di Panorama dopo aver letto un breve ritratto di
Mario Capanna. Capelli lunghi, occhialini, pugno chiuso, iscritto al Pci negli
anni Settanta, Rossella viene da una famiglia di cattolici di sinistra. I
colleghi lo guardavano allora - e oggi - con sguardi misti fra stupore e
invidia, ammirazione e diffidenza. Con Roberto Faenza e Antonio Padellaro
scrive e gira il documentario di denuncia
Forza Italia, alla vigilia del sequestro Moro, e il film viene ritirato dalle sale. A
Panorama si occupa di politica internazionale, c’è più spazio per fare carriera: i repubblicani americani li interroga per studiare i
democratici e viceversa, salta dalla Lega Araba ai cocktail all’ambasciata d’Israele e sembra sempre perfettamente schierato con l’interlocutore di turno. Incanta direttori, segretarie, autisti: tagliati i
capelli, in quegli anni sembra un po’ James Bond e un po’ Mandrake. Al momento del voto, scandalizzava con un’accoppiata insolita: Armando Cossutta-Sandro Fontana, Pci-Dc. è il gioco del doppio a renderlo affascinante per chi lo ama e inaffidabile per
chi lo detesta. è l’ospite ideale delle cene destre di Maria Angiolillo ed è apprezzato nelle cene sinistre della Sandra Verusio. Mangia pochissimo, due
fili d’insalata per tenere la linea e beve solo un bicchiere d’acqua liscia, mentre intrattiene i commensali - che si abboffano - con argomenti
che spaziano dalla strategia della casa Bianca al gossip erotico esploso al
Tg5. La Angiolillo lo mise in quarantena, sospettandolo di essere un infiltrato
di Dagospia (proprio lui, che negli Ottanta veniva temuto e rispettato come
superspia della Cia), poi lo ha riammesso» (Barbara Palombelli)
• «Il direttore dall’aplomb più anglosassone del giornalismo italiano. Nel 94 era alla direzione del Tg1 dove
rimase per due anni, dal 98 al 2000 era a Verissimo, il fortunato magazine del pomeriggio di Canale 5. Le prime voci di un suo
trasferimento alla direzione del telegiornale della rete ammiraglia della
Fininvest iniziano allora. Carlo Rossella è il primo a smentirle. Un vezzo, più che un’autodifesa. Nel 2000 torna a Panorama come direttore. C’era già stato nel 71, inviato di politica ed attualità internazionale, di casa a Beirut come a Washington. C’era tornato poi vent’anni dopo, vice direttore vicario, un occhio ai grandi scenari internazionali,
un altro ai pettegolezzi di casa nostra. Grande passione per i gossip politici,
finanziari, di costume, di ogni genere. Il suo insediamento al Tg1: “Ero in vacanza a Lampedusa. Una sera mentre stavo sotto la doccia squillò il telefono. Era Letizia Moratti (allora presidente Rai, ndr) - ‘Le comunico che il consiglio d’amministrazione l’ha nominata direttore del Tg1. Venga subito a Roma’”. E Carlo Rossella volò. Come volava sul Concorde che lo portava in uno dei tanti viaggi in America.
Meta preferita Miami che gli avrebbe ispirato un libro d’ambiente. Ma non disdegnava nemmeno Washington, dove avrebbe raccontato gli
ultimi anni della presidenza Clinton - compreso il sexygate di Monica Lewinsky
che deve averlo divertito parecchio - e poi quelli dell’era Bush con una storica intervista a Condoleezza Rice. Ha fatto una copertina
col titolo: In un’altra ha piazzato il suo splendido labrador Oliver» (Fabio Poletti)
• «Possiede il naturale talento di adeguarsi al contesto, la stessa voglia di
risultare simpatico. In questo, e nell’intatta passione per il giornalismo, somiglia un poco anche all’altro suo sponsor, il riservato Gianni Letta. Per entrambi, in fondo, vale il
Rossella pensiero, secondo il quale “in Italia bisogna parlar bene di tutti”. Passato dall’adesione al Pci alla simpatia per Forza Italia, se l’è cavata in fondo morbidamente, senza le accuse anche violente scagliate per la
stessa ragione su qualche altro, per esempio su Giuliano Ferrara. La ragione
sta nel fatto che, per l’appunto, Carlo Rossella è uomo senza spigoli, è concavo e convesso, come diceva Silvio Berlusconi. D’Alema, col quale andava a cena ai tempi dell’Ulivo, l’ha sempre considerato spiritoso. Fini ne diffidava, ma Rossella ha saputo
rassicurare i suoi emissari. Molti giornalisti della sua età e anche più giovani hanno la pancia, mostrano le occhiaie. Lui sembra sempre appena uscito
da una settimana a Quiberon. Ha anche la fortuna di avere per moglie un medico,
il che lo rassicura sui tanti piccoli malanni che un poco inventa e un poco
teme. Gli sono riuscite cose che ad altri sarebbero costate molto. Da direttore
del Tg1 per dire, confidò che nel difficile compito l’aveva aiutato lo Spirito Santo» (Maria Latella)
• è autore della rubrica di gossip “Altà società”, pubblicata sul Foglio: «Il gossip è un do ut des, un piccolo mercatino delle pulci, Io ti do un gossip a te e tu mi
dai un gossip a me. Per dirla alla Veltroni, è come lo scambio delle figurine» • «Giuseppe Venosta. Era in stanza con me. Era il più elegante e raffinato di tutti. Aveva studiato a Eton. Un giorno gli dissi: “Io sono uno di paese. Fa’ di me uno che ha studiato a Eton”. E lui mi insegnò come scegliere una cravatta, dove comprare le camicie, quali fossero le scarpe
giuste» (da un’intervista di Claudio Sabelli Fioretti) • Fedelissimo di Berlusconi, che lo ha messo a dirigere il Tg5 perché più affidabile di Mentana. Poco prima delle politiche 2006 ha impedito a Lamberto
Sposini di leggere in video un comunicato di Fassino. Sposini, per protesta, si
è dimesso da Mediaset.