Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
ROSI Francesco Napoli 15 novembre 1922. Regista. Tra i suoi film: Le mani sulla città (Leone d’Oro a Venezia nel 63), Il momento della verità (David di Donatello 65 come miglior regista), Il caso Mattei (Palma d’oro a Cannes nel 76), Cadaveri eccellenti (David regia 76), Cristo si è fermato a Eboli (David regia e miglior film 79), Tre fratelli (David regia e sceneggiatura, Nastro d’argento regia e miglior film 81), Carmen (David 85 film e regia), La tregua (David 97 film e regia) • Abbandona gli studi di Giurisprudenza e debutta nel 46 come aiuto regista in teatro, poi diviene assistente di Visconti, Emmer, Matarazzo, Antonioni, Monicelli
ROSI Francesco Napoli 15 novembre 1922. Regista. Tra i suoi film: Le mani sulla città (Leone d’Oro a Venezia nel 63), Il momento della verità (David di Donatello 65 come miglior regista), Il caso Mattei (Palma d’oro a Cannes nel 76), Cadaveri eccellenti (David regia 76), Cristo si è fermato a Eboli (David regia e miglior film 79), Tre fratelli (David regia e sceneggiatura, Nastro d’argento regia e miglior film 81), Carmen (David 85 film e regia), La tregua (David 97 film e regia) • Abbandona gli studi di Giurisprudenza e debutta nel 46 come aiuto regista in teatro, poi diviene assistente di Visconti, Emmer, Matarazzo, Antonioni, Monicelli. Laureato ad honorem alla Sorbona di Parigi e al Politecnico di Torino • «Lo chiamano “Il professore” per la pignoleria con cui segue la lavorazione dei suoi film. Ma un altro soprannome di Francesco Rosi è “Kinglax” marca di famosi cioccolatini purgativi del Ventennio, il cui bozzetto pubblicitario fu tratto da una foto che il padre gli aveva fatto quando aveva solo un anno e mezzo» (Patrizia Carrano) • «Mio padre è stato uno straordinario caricaturista e un ottimo fotografo. Era un uomo schivo, gentile, che per senso di responsabilità nei confronti della famiglia rinunciò a fare il fotografo di professione e divenne direttore di un’agenzia marittima. Tutta la prima parte della mia vita è contrappuntata dalle sue fotografie: da quella in cui somiglio a Jackie Coogan nel Monello di Chaplin, con cui vinse il primo premio di un concorso indetto dai distributori del film (un viaggio a Hollywood che rifiutò per fare contenta mia madre) alle tante scattate sui miei set, sempre un passo dietro a me: lo ricordo ancora emergere da una nuvola di calcinacci con la sua Rolleiflex quando feci crollare un palazzo a via Marittima per Mani sulla città» • «A Napoli frequentavo il CineGuf assieme a Maurizio Barendson. Quando pensai di iscrivermi al Centro Sperimentale, papà non si oppose. Pretese, da buon genitore bolognese, una laurea. Mi iscrissi a Giurisprudenza, ma la laurea non la presi mai» • «Frequentavo l’ambiente teatrale, ero aiuto di Ettore Giannini e anche attore: ricordo una lunghissima tournée con E lui diceva, uno spettacolo che prendeva in giro le riviste dell’epoca. Ballavo assieme a Panelli, Carlo Mazzarella e Salce, vestito come uno dei boys della Osiris mentre Sordi - che poi diressi ne I magliari - metteva a punto la sua gag di “Boni... state bboni...”» • «Come molti cineasti della mia generazione ho seguito la lezione di Rossellini, Visconti e De Sica, e ho cercato di fare un cinema che si guardasse attorno, proseguendo una tradizione realista che ha sconvolto il modo di fare cinema in tutto il mondo» • «Preferisce essere considerato come artista ma quando parla, parlano anche il cronista, lo storico, l’uomo che ha fatto politica» (Paolo D’Agostini) • «Mi considero un testimone del mio tempo e con il mio cinema ho proposto di riflettere sui momenti critici della storia d’Italia. La grande guerra in Uomini contro, la mafia, la corruzione politica, il conflitto d’interessi. Cos’era Le mani sulla città? Un imprenditore che è anche assessore all’urbanistica vuole essere riconfermato per dare le licenze di costruzione alle proprie imprese... Per me fare film ha sempre significato essere utile. Salvatore Giuliano: dieci anni dopo i fatti, durante i quali sono stati scritti fiumi di inchiostro a partire dal famoso articolo dell’Europeo “Di sicuro c’è solo che è morto”, è arrivato il film. Con il potere d’urto che solo un film ha, perché nel cinema ci sono le emozioni, c’è il ritmo che coinvolge lo spettatore, che io ho reso interlocutore. Ecco la novità. Salvatore Giuliano, Il caso Mattei, Le mani sulla città, Lucky Luciano: soprattutto quando ho trattato personaggi veri, io non faccio fiction. Spesso ho chiesto il contributo di giornalisti. Tutti i miei film sono strutturati come inchieste. Solo che di questa struttura facevo il punto di partenza di una narrazione che mette l’uomo al centro di tutto. Le mani sulla città ha raccontato una Napoli che non si era mai vista, dove non c’era più niente di pittoresco. Si affacciava il predominio della camorra come organizzazione criminale. Con La Capria capimmo che lo sfregio che si stava facendo alla città avrebbe cambiato l’anima della gente. Abbiamo trascorso giornate intere in consiglio comunale e visto come si decidesse la sorte dei nostri figli. Salvatore Giuliano fu proiettato all’Ariston di Roma in una mattinata voluta dai senatori Li Causi comunista e Gatto socialista per sostenere la legge costitutiva della commissione parlamentare antimafia. Il film contribuì alla sua nascita. Quanto al Caso Mattei, la commissione d’inchiesta aveva escluso l’attentato. Il caso era chiuso, il film lo ha riportato all’attenzione. Mettendo in contrasto la versione ufficiale con le notizie uscite, usando tutto quello che poteva servire a esprimere un dubbio. Poi è stato aperto un procedimento a Pavia e s’è detto che Mattei era morto per un’esplosione a bordo... Ho fatto parte dell’Assemblea socialista credendo veramente nella partecipazione degli intellettuali, ma davamo fastidio. Sono stato ai comizi di Cofferati, ero a Piazza Navona la sera dello “schiaffo” di Moretti, sotto al Senato contro la Cirami, ho manifestato per la giustizia e in difesa dei giudici. Voto Ds, sto col centrosinistra, spero si possano superare le divisioni nella sinistra. Come quando mi sentivo vicino a Nenni. Ma ho avuto amici cari comunisti. Quando firmai il manifesto degli intellettuali napoletani a favore del centrosinistra fui insultato come “riformista” da Mario Alicata. Elio Petri, comunista fino al 56, era un amico. E siamo stati felici di condividere la Palma d’oro ex aequo al suo La classe operaia va in paradiso e al mio Mattei. Ma anche con Franco Solinas che scrisse con me Salvatore Giuliano, rimasto sempre ortodosso, siamo stati amici. Io ero e sono un riformista. Prima era un insulto, adesso tutti sono riformisti. C’era un comizio di Nenni in piazza Plebiscito a Napoli, era gremitissima. A un certo punto Nenni fece un richiamo al Vaticano e io nella foga giovanile gridai “abbasso il papa!”. Si gira un operaio, di quelli con la faccia da altiforni dell’Ilva, mi fulmina con lo sguardo e mi dice: e che cazz’, si ’ncominciamm’ a di’ strunzate nuie... Mi ha seguito tutta la vita» • Sposato con Giancarla Mandelli (sorella di Mariuccia più nota come Krizia), la secondogenita Carolina fa l’attrice (la prima, Francesca, nata dall’unione con Nora Ricci, è morta quindicenne in un incidente d’auto: «Era una bambina down, una creatura esile e piena di grazia»).