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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

RONDOLINO

Fabrizio Torino 26 marzo 1960. Giornalista. Della Stampa • «Ex-pasdaran occhettiano, da giornalista passa a portavoce, continuando sempre a
canticchiare al telefono con i cronisti politici, ma ridendo. Bravo nello
scrivere, ha un bel romanzo all’attivo. Il titolo è allusivo: Un così bel posto (Rizzoli, 1997)» (Pietrangelo Buttafuoco) • «Era uno di quelli con la testa pelata (l’altro era Claudio Velardi) che giravano attorno a Massimo D’Alema e si occupavano del suo staff, stabilivano la sua giornata, gli davano
consigli su come comportarsi con i giornalisti, smussavano le sue spigolosità. Poi Rondolino fu travolto da uno di quegli scandali alla panna montata che
appassionano il mondo giornalistico-politico. Aveva scritto un romanzo con
alcune pagine altamente “pornografiche”. Il Foglio di Ferrara le anticipò, l’Espresso di Claudio Rinaldi e la Repubblica di Ezio Mauro scrissero articoli di
fuoco. Rondolino, sospettando che il bersaglio di tanta violenza moralistica
fosse la politica di D’Alema, dette le dimissioni. “Da allora ho diviso il mondo in amici e nemici. Basta ideologia. C’è chi mi vuole bene e chi mi vuole male” dice» (Claudio Sabelli Fioretti)
• «Ma che porno! Una quindicina di pagine che descrivevano il delirio erotico di
uno dei protagonisti, erotismo da bar sport, da fumetto per militari. Ma si
scatenò una campagna senza esclusione di colpi. Pensavo che qualcuno, magari il critico
dell’Avvenire, avrebbe fatto la polemica sui “comunisti senza morale”. E mi ha attaccato con violenza la stampa di sinistra. Si cominciò con l’Espresso che fece un pezzo vergognoso chiamandomi “cicciolino rosso”»
• Nel 2006 si è candidato alla Camera con la Rosa nel Pugno: «è come se firmassi un appello a favore d’un altro simbolo del centrosinistra. Se stai al numero 22 della lista, puoi
anche essere Napoleone o Berlusconi: non passerai mai» (da un’intervista di Francesco Battistini) • Nel 2006 ha prodotto con la moglie Simona Ercolani il Saggio sullo stato presente del costume degli italiani, un documentario che «ha l’ambizione smisurata di raccontare l’Italia di Mastella, un’Italia generosa e furbetta, fatta di povera gente, che però ha tre videofonini, di ingenui e imbroglioni, buoni e lestofanti» (da un’intervista di Alessandro Trocino).