Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
RONDI Gian Luigi Tirano (Sondrio) 10 dicembre 1921. Il decano dei critici cinematografici italiani • «Il suo metodo consiste nell’iniziare con un breve riassunto, che nel rispecchiare la storia, l’ambiente, il peso drammaturgico dei personaggi, costituisce già di per sé una prima lettura critica, da cui poi è agevole scivolare nel giudizio
RONDI Gian Luigi Tirano (Sondrio) 10 dicembre 1921. Il decano dei critici cinematografici italiani • «Il suo metodo consiste nell’iniziare con un breve riassunto, che nel rispecchiare la storia, l’ambiente, il peso drammaturgico dei personaggi, costituisce già di per sé una prima lettura critica, da cui poi è agevole scivolare nel giudizio. è lecito supporre che questa dote Rondi l’abbia affinata alla scuola di Silvio d’Amico, il grande critico teatrale di cui diventò vice nel 45 su Il Tempo, prima di assumere nel 47 la rubrica cinematografica che detiene da allora. Infatti secondo una testimonianza di Andrea Camilleri, già allievo regista dell’Accademia d’Arte Drammatica, la domanda rituale che D’Amico poneva ai suoi studenti era di riassumere la trama di un testo, per esempio l’ Amleto. A chi gli rispondeva in chiave culturale o analitica, insisteva sull’importanza di saper narrare il soggetto, considerandolo propedeutico alla valutazione. Tuttavia se quest’arte, purtroppo oggi in disuso, Rondi abbia cominciato a praticarla o meno sotto l’influenza del maestro, poco importa: di sicuro si attaglia perfettamente a un’intelligenza limpida e strutturata quale emerge dalla lettura delle sue recensioni e interviste, ampiamente pubblicate. E il rigore mentale investe anche la disciplina di vita, perché sulla sua giornata di lavoro si potrebbe regolare l’orologio come facevano i concittadini di Kant, il quale notoriamente era precisissimo. Detto questo, la personalità dell’uomo è più complessa, meno lineare. Chi è Rondi? Come figura pubblica, lo conoscono tutti in quanto è uno dei pochissimi critici che godono di una certa popolarità. Accanto all’attività di giornalista ne ha svolte altre, spesso di rilievo istituzionale: nel 49 era già giurato alla Mostra di Venezia (la prima volta di tante), dal 51 autore di documentari soprattutto dedicati all’arte. A lungo membro della commissione esperti di Venezia» (Alessandra Levantesi).