Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
RIZZOLI
Ljuba (Maria Luisa Rosa) Sesto San Giovanni (Milano) 27 giugno 1935. Vedova dell’editore Andrea Rizzoli • «Una delle donne più belle e corteggiate, più ricche e chiacchierate. Una vita straordinaria, caratterizzata dal lusso
sfrenato e da una mondanità spesso impudica, da errori e vizi, da amori clamorosi e memorabili imprese nei
casinò e infine segnata da una tragedia non superabile, il suicidio della figlia,
Isabella» (Cesare Lanza) • «Tutti pensano che Ljuba Rosa sia il mio nome. Non è così. Rosa è il mio cognome da ragazza. E Ljuba non è il mio vero nome. All’anagrafe sono registrata come Maria Luisa. Ma sono sempre stata Ljuba, per
tutti: un bel nome russo, che piaceva molto a mia madre... Vivevamo a Milano:
se penso all’infanzia e all’adolescenza, vedo una famiglia quasi normale. I Rosa erano una famiglia agiata,
con un’impresa importante. Macchine e utensili meccanici: nessun problema economico. Ma
mio padre era un uomo possessivo, geloso fino alla morbosità. Terribile»
• Rizzoli «era un uomo premuroso, severo. Mi educò. Non voleva che usassi profumi violenti, al ristorante pretendeva che mangiassi
quello che avevo ordinato… Una figura paterna. E poi, come dicevo, la svolta. Nel 63, mi accorgo che ero
incinta: aspettavo Isabella. Uno choc! Ero convinta che fosse impossibile: i
medici mi avevano detto che non potevo avere figli e invece, all’improvviso, ecco questa gioia immensa. Un altro segno del destino. Pensavo di
non poter avere figli e arriva la sorpresa, la felicità. Ma non sapevo quanto dolore, poi, sarebbe stato legato, a Isabella»
• Appassionata giocatrice. Tiene una rubrica mondana su Vanity Fair.