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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

RICOSSA

Sergio Torino 6 giugno 1927. Economista. «Che fine farà lo sviluppo dell’economia, quando le formiche si accorgeranno di lavorare esclusivamente per le
cicale?» • Laurea nel 49 a Torino. Ordinario di Politica economica all’Università di Torino (dal 61), presidente onorario dell’Istituto Bruno Leoni, socio dell’Accademia dei Lincei, collaboratore dell’Enciclopedia Treccani. Ha demolito la teoria del valore di Sraffa, ha duramente
criticato il perfettismo keynesiano (nel saggio, fondamentale per il pensiero
liberale, La fine dell’economia, Sugarco, 1986). Campione del pensiero liberale, scrittura chiarissima,
brillante, leggera, amara. Montanelli: «Montaigne, Voltaire, Renard» • «I competenti, nove volte su dieci, parlano una lingua meno comprensibile dell’arte che vorrebbero spiegare» • Per i suoi 75 anni s’è tenuto a Torino il convegno “Gli intellettuali e il libero mercato: l’esempio di Sergio Ricossa” e, per i tipi di Rubbettino, è stato pubblicato il volume Il coraggio della libertà. Saggi in onore di Sergio Ricossa (2002) • In testa al corteo di 30 mila persone — con Gianni Marongiu e Antonio Martino — che il 23 novembre 1986 marciarono per le vie di Torino per protestare contro
il fisco (Craxi, presidente del Consiglio, liquidò la manifestazione con la battuta: «è un corteo di evasori», Martino gli rispose: «Sarebbe come se io dicessi che i socialisti sono tutti ladri»). Antonio Mingardi: «Perché quella domenica del 1986 è rimasta solo un bel ricordo? Probabilmente per deficienze di tipo
organizzativo. La cosa peggiore che possa capitare, a chi ha successo, è non essere preparato a gestirlo. Ci fu qualche tentativo di replica — a Genova, per esempio. Ma con scarsissimo seguito. Un più robusto movimento antifisco avrebbe occupato la scena nazionale solo pochi anni
dopo, e sarebbe riuscito a mettere radici con un’operazione inedita: cioè visualizzando geograficamente il cancro dell’ingiustizia contributiva. Sto parlando della Lega. La grande intuizione del “basta tasse, basta Roma” sta nel rendere manifesto un dato pure a tutti noto: che, cioè, la metà del Paese che paga le imposte e la metà che le consuma coincidono, grosso modo e con le dovute eccezioni, col Nord e
col Sud del Paese»
• Tra le altre opere: il Dizionario di Economia in tre volumi edito dalla Utet (1982, terza edizione), Come si manda in rovina un paese. Cinquant’anni di maleconomia (Rizzoli, 95) • Appassionato di pittura.