Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
RICCIARELLI
Katia (Catiuscia) Rovigo 16 gennaio 1946. Soprano. Attrice. Studi al conservatorio di Venezia, nel 71 ha vinto il
concorso internazionale televisivo Voci verdiane. Repertorio che spazia dal
Settecento al verismo • È cresciuta con la mamma a Bassanello («dove, come se non mi fosse bastata quella in Polesine nel 51, finii alluvionata
una seconda volta nel 66»): «Sono stata povera, ma povera davvero. Ho lavorato in fabbrica, facevo i
transistor, i primi registratori; poi la commessa alla Upim». Il suo modello non fu la Callas: «No, aveva una voce diversa, più metallica. Assomiglio semmai di più alla Tebaldi». Aveva un sogno: «Quello che desideravo più di ogni altra cosa era cantare con Mario Del Monaco. Lo feci a Bruxelles, in
Otello» • Dicono che È stata aiutata dalla bellezza («Pelle d’alabastro e occhi azzurri di trasparente intensità»): «Ma io all’inizio era una ragazzotta così così, un po’ burinotta. Ai primi successi mi sono montata la testa. Sa che cosa fa qualsiasi
cantante lirica in questi casi? Si compra il cagnolino più piccolo che può e la pelliccia di visone. Poi diventi sempre più famosa e ti ingozzano di cibo»
• Sui colleghi (nel 93): «Stimo Placido Domingo. Non stimo più Pavarotti, È troppo avido di denaro» • Costume più amato, un Tirelli realizzato per Bianca e Falliero: «Rappresenta il mio colpo di testa, la volontà di interpretare Rossini, io che venivo considerato un soprano verdiano o
donizettiano. È stata una mia vittoria» • Alle elezioni politiche del 2001 si candidò con il partito Democrazia Europea (D’Antoni e Andreotti) come capolista alla Camera (ma non fu eletta). Disse all’epoca: «Sono sempre stata dc. Il mio mondo, quello in cui sono cresciuta, È quello dei Mariano Rumor, dei Toni Bisaglia, degli Aldo Moro. Solo che non ho
mai votato. Prima ero troppo giovane, poi ero sempre in giro... E quando ho
cominciato a pensare che era il caso di votare non mi andava di votare per
nessuno»
• Alle soglie dei sessant’anni, ha debuttato nel cinema con La seconda notte di nozze di Pupi Avati ed ha subito vinto il Nastro d’argento come miglior attrice: «Non me l’aspettavo proprio. Un giorno Avati mi telefona, e io pensavo che forse volesse
una mia piccola partecipazione come cantante. Invece no, mi chiede di leggere
la sceneggiatura, mi spiega che idea ha avuto. Io l’ho letta e ho ritrovato una parte di me» • Ha detto: «Sto bene con i maschi perché mi È sempre mancata una figura maschile, paterna da bambina, poi da donna un figlio». È stata sposata 18 anni con Pippo Baudo, con cui fece l’amore tre quarti d’ora dopo averlo conosciuto (all’hotel Quirinale di Roma, una e mezzo del mattino): «All’inizio del nostro matrimonio mi mandavo dei fiori da sola per provocarlo, perché mi chiedesse chi era che li aveva mandati. Però non lo faceva». È finita, confidò, «perché lui mi mancava di rispetto»: «Di tutta questa vicenda si può dire, parafrasando il titolo di una telenovela,
Anche i ricchi piangono, che anch’io ho pianto. E tanto». Lei a un certo punto gli ha chiesto, attraverso i giornali, di tornare («Pippo, alla nostra età, che cosa abbiamo fatto?») ricevendone un netto rifiuto • Storia anche con José Carreras: «Un grande artista, un gentilissimo compagno, un grande amore e una grande intesa» • Nel 2006 ha partecipato al reality show La fattoria, in cui ha fatto, a seconda dei punti di vista, la parte della cattiva o della
capa. L’amico Renato Castioni (che la ospita nella sua casa da quando ha lasciato
Baudo): «Credo che Katia abbia tirato fuori quel suo lato aggressivo perché È stanca, vive in condizioni scomode e ha avvertito intorno poca sincerità. Lei È troppo schietta: dice le cose in faccia. A volte può offendere, ma non parla male alle spalle. Comunque bisognerebbe cercare di
capire le persone, evitare gli attriti. Per esempio so che la sera Katia È nervosa. Se devo dirle una cosa che potrebbe darle ansia aspetto la mattina
seguente. Perché rovinarle la nottata?»
• Giocatrice: «L’unica volta che sono passata per Las Vegas sono stata tre giorni e tre notti
senza dormire davanti a una slot machine». Fama di spendacciona: «Per me il denaro non ha importanza. Son soldi miei». Si sfogò Pippo Baudo: «Non È che lei spenda i soldi. No: li sperpera. Li distrugge. Quando prende del denaro
non vede l’ora di liberarsene».