Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
RICCI Nino Macerata 1930. Pittore • «Dà figura all’assenza e al silenzio delle sue assise d’oggetti: corpi, quasi fatti d’acqua o di ghiaccio, che una luce tersa lentamente invade e scandisce sul piano di posa, dov’essi silenziosamente si dispongono, stringendosi l’un l’altro di abbracci, scambiandosi sommesse parole, porgendosi reciprocamente le stesse ombre leggere, gli stessi tenui trasalimenti di lume
RICCI Nino Macerata 1930. Pittore • «Dà figura all’assenza e al silenzio delle sue assise d’oggetti: corpi, quasi fatti d’acqua o di ghiaccio, che una luce tersa lentamente invade e scandisce sul piano di posa, dov’essi silenziosamente si dispongono, stringendosi l’un l’altro di abbracci, scambiandosi sommesse parole, porgendosi reciprocamente le stesse ombre leggere, gli stessi tenui trasalimenti di lume. I contorni ne sono, talora, quelli “sbrecciati, tremanti” che Cesare Brandi riconobbe nel disegno di Morandi (al quale, più ancora che non alla sua pittura, Ricci si fa accosto). Altrove, taglienti come lame, quei contorni si stagliano in un’aria di metafisica fissità: più aguzzi delle Pierres di Magnelli. Gli uni e gli altri sono apparizioni, non scambiabili con altro d’oggi nella nostra pittura, difficilmente dimenticabili» (Fabrizio D’Amico).