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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

RASPELLI

Edoardo Milano 19 giugno 1949. Giornalista. Prima firma italiana nella critica
gastronomica. Della Stampa. Conduce con successo in tv (Rete4) il programma
turistico-gastronomico Mela verde • Ha cominciato da ragazzo scrivendo sul Corriere d’Informazione. Specializzatosi in gastronomia e difesa dei consumatori, ha
partecipato a varie trasmissioni tv (La buona tavola, Star bene a tavola, Piacere RaiUno ecc.). È stato curatore e supervisore della Guida dei ristoranti d’Italia dell’Espresso • «Entrai in cronaca, al Corriere d’Informazione, nel 71 e mi sono fatto tutti gli anni di piombo. Fui il primo
giornalista ad arrivare dove uccisero il commissario Calabresi il 17 maggio 72.
I miei compagni di redazione erano allora Walter Tobagi, Ferruccio De Bortoli,
Vittorio Feltri, Gian Antonio Stella, Massimo Donelli. Cesare Lanza era il
nostro direttore di allora e fu lui a farmi fare la pagina dei ristoranti. Mi
piace moltissimo il cibo e non È solo gratificazione del palato, per me È come sesso, appagamento sessuale» (da un’intervista di Alain Elkann)
• «Mio padre È stato segretario nazionale degli ospedalieri, prima fascisti, poi Cisl. Era un
grandissimo uomo, un cuore così. Però... Non sopportava odori, sapori, gusti. Io sono cresciuto senza aglio,
prezzemolo, pomodoro, cipolle, rosmarino, carota. Allora scappavo sul lago di
Garda dove mia zia aveva un albergo e finalmente mangiavo roba buona, ero
magrissimo. Gli amici mi chiamavano Mauthausen. Sette anni per finire il liceo.
M’È venuto l’esaurimento nervoso. Leggevo tanto. A 16 anni Gide, Peyrefitte, France,
Wedekind. Il primo articolo l’ho scritto sul Corriere della Sera. Avevo 16 anni. Era sulle scuole estive di
tennis. Mi pagarono 35 mila lire, mica male. Portavo notiziole, scrivevo
articoletti»
• «Nel 78 arrivai alla Guida dell’Espresso. Il curatore era Federico Umberto D’Amato. Abbassai il voto alla Locanda dell’Angelo di Angelo Paracucchi, ad Amelia. Buttarono via la mia critica e alzarono
il voto. Forse perché Paracucchi ed Amato erano entrambi della P2? Il mio lavoro È sacro: mandai una letteraccia all’Espresso e venni licenziato. Quindici anni dopo mi richiamarono. La Guida era alla canna del gas, sbeffeggiata da tutti, inattendibile e ridicola. In
cinque anni la portai al massimo di vendite, 100.000 copie, e di credibilità» (da un’intervista di Claudio Sabelli Fioretti) • «Mi piace tanto essere riconosciuto per strada».