Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
RANA Gian Luca San Giovanni Lupatoto (Verona) 20 dicembre 1965. Imprenditore • «Siccome, spiega Rana junior, “quando si fanno i tortellini si è un po’ concentrati”, il papà si presentò in ospedale per conoscere il suo primogenito quando questi vagiva già da tre giorni
RANA Gian Luca San Giovanni Lupatoto (Verona) 20 dicembre 1965. Imprenditore • «Siccome, spiega Rana junior, “quando si fanno i tortellini si è un po’ concentrati”, il papà si presentò in ospedale per conoscere il suo primogenito quando questi vagiva già da tre giorni. “Adesso corri in Comune a dir che abbiamo un figlio”, gli ingiunse la moglie Laura. Emozionato come tutti i neopadri, Giovanni Rana, il futuro dominus della pasta fresca d’Italia, si ritrovò di fronte all’impiegato comunale con una gran confusione in testa. Con Laura erano d’accordo sul primo nome, il piccolo si sarebbe chiamato Giovanni come papà, ma qual era l’altro, il nome che piaceva a lei, quello che voleva come secondo? Rana senior ricordava vagamente, doveva essere uno degli Evangelisti, ma quale? Da uomo pratico, li fece scrivere tutti, uno dietro l’altro, e poi tornò a impastare tortellini. Mancavano due giorni al Natale del 65. Giovanni Luca Matteo Marco Rana, Gian Luca per farla breve, figlio unico di Giovanni Rana, è cresciuto in una famiglia così, con genitori che litigavano molto, ma quasi solo su quantità e qualità dei ripieni o sulla sottigliezza della sfoglia. Il tortellino non è roba da poco, la sua ricetta è addirittura depositata alla Camera di Commercio di Bologna, con atto notarile del 74. è un classico di tutto il Nord, anche di San Giovanni Lupatoto, pertanto, dove la gente veneta lavora tanto, lavora sempre» (Maria Latella) • «Ero iscritto a Trento, Economia aziendale. In quell’anno, è successo di tutto. I miei si sono separati, mio padre mi ha chiamato: “Se non mi stai vicino, mollo tutto”. Ci ho pensato su a lungo, ma lui mi aveva dato fiducia assoluta, non potevo deluderlo... Sono rimasto a San Giovanni Lupatoto, la mia università è stata guardare i miei dirigenti, imparare da loro. Anche dai tradimenti».