Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
QUILICI
Folco Ferrara 9 aprile 1930. Figlio del giornalista Nello Quilici e della pittrice Mimì Buzzacchi • Giornalista. Scrittore (tra gli altri romanzi, Cacciatori di navi (Mondadori, 1990 da cui ha tratto un film che ha diretto personalmente).
Fotografo. Regista. Documentarista. È stato il primo giornalista italiano a occuparsi di natura essendo
contemporaneamente scrittore, fotografo, cineoperatore, regista. Grande esperto
di riprese subacquee, ha diretto scene in L’orca assassina, Kaos ecc. • Premio speciale alla Mostra del cinema di Venezia 54 col film Sesto continente, Orso d’argento al Festival di Berlino del 56 con Ultimo paradiso (scritto con Ennio Flaiano), premio Unesco per la cultura nel 61 per Tikojo e il suo pescecane (scritto con Italo Calvino), premio speciale Festival di Taormina 1971 per Oceano. Cacciatori di navi È stato premiato a Umbriafiction 92. Nomination all’Oscar 71 per Toscana dal cielo • «Oggi preferisco i libri e il cinema perché il documentario, straordinario 30-40 anni fa quando c’era ancora molto da scoprire, oggi È inflazionato, in tv e fra le riviste. Gli argomenti però sono sempre gli stessi. Quindi per stupire vengono spesso forzati e si punta
sempre di più sul sensazionalismo. La tecnologia poi non aiuta: grazie alle ricostruzioni
virtuali si dicono tante falsità» (da un’intervista di Angela Calvini) • «Io sulle mappe ho cominciato a sognarci quando leggevo Salgari. Avevo un vecchio
atlante, sul quale mio padre, che volava con Italo Balbo, aveva tracciato dei
segni di matita rossi e blu. Su quell’enorme volume, che trattavo con una certa sacralità, io cercavo disperatamente Mompracem e tutti i luoghi dei miei libri di
avventure» (da un’intervista di Alessandra Coppola) • Il padre Nello morì con Italo Balbo il 28 giugno 1940 precipitando con l’aereo mitragliato per sbaglio dagli italiani nel porto libico di Tobruk: «Diverse persone nel corso degli anni hanno sostenuto di aver centrato l’aereo. Credo che siano perlopiù in buona fede, perché tutto durò pochi secondi: la baia di Tobruk È piccola e in volo si fa presto ad attraversarla. Di certo però il trimotore S79 fu colpito quando era ormai vicino al suolo, in fase di
atterraggio, con il carrello abbassato. Proprio lì, davanti all’aeroporto c’È un costone che cade a picco sul mare: l’aereo stava per passarvi sopra quando precipitò in fiamme»
• La ricerca geografica e naturalistica lo ha naturalmente portato a interessarsi
anche di archeologia. Tredici film della serie Mediterraneo e otto sull’Uomo europeo per i quali ha avuto a fianco Fernand Braudel, Lévi-Strauss, Leroy-Gouran, Sabatino Moscati • Importante contributo anche alla divulgazione della storia contemporanea. Per l’Istituto Luce e la Rai ha curato una serie di 65 film dedicati all’Italia del XX secolo (testi di De Felice, Castronovo e Scoppola) • Nel saggio Tobruk 1940 (Mondadori, 2004) ha ricostruito il tragico volo che costò la vita a Italo Balbo e a suo padre • Ha donato all’archivio Alinari il fondo di foto e diapositive (un milione di pezzi) che
testimonia dell’attività svolta nel corso di tutta la vita.