Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
PROCACCI
Domenico Bari 1960. Produttore cinematografico. Editore (Fandango) • «La sua “bottega rinascimentale” già spazia tra produzione e distribuzione, editoria cartacea e musicale, documentari, una sala
(Politecnico a Roma). Lo stile: non polemizzo, faccio. Viene definito il nuovo
Cristaldi» (Paolo D’Agostini) • «Sono venuto a Roma nell’81 per studiare cinema alla scuola Gaumont inventata da Renzo Rossellini l’anno prima. Da Bari, studente di legge, 21 anni. Lì ho trovato Giuseppe Piccioni, Daniele Luchetti e tanti altri. C’era il mito dell’autogestione, tutti facevano tutto come quando suo padre Roberto aveva diretto
il Centro sperimentale, oggi Snc. Da quella scuola è venuta fuori tanta gente, si è creata una situazione speciale. Quando la Gaumont è crollata ci siamo riuniti in cooperativa:
Il grande Blek, debutto di Piccioni, fu un’esperienza collettiva. Poi ognuno per la sua strada e io, l’unico che si è dedicato alla produzione, ho formato nell’89 Fandango. Primo film La stazione di Sergio Rubini: dissero “è teatrale”, ma fare film da piéce teatrali diventò una moda» • Il secondo film di Rubini, La bionda, fu un fallimento… «Inspiegabile, ma i risultati economici negativi mi hanno condizionato per anni.
Mi ha dato energia una strada nuova: fuori d’Italia, in Australia. Era stato distribuito La stazione e mi capitò di leggere il copione di Bad Boy Bubby di Rolf De Heer, quanto di più lontano dai film “carini” che si facevano allora in Italia. La tentazione di rinunciare? Venivo
consigliato così, ma avevo sbagliato io e volevo riparare da solo, resistere senza compromessi.
Da allora ho sbagliato poco» • Il “salto” con RadioFreccia: «è andato molto bene: senza attori noti, non era una commedia, la diffidenza
iniziale verso l’anomalia di Ligabue. Partenza lenta ma vita lunghissima: dieci miliardi. Come in
tutto quello che fa Ligabue viene fuori una grande sincerità, spontaneità. Il suo mettersi in gioco e non risparmiarsi, non frenare le emozioni. Il
cinema è mediazione ma è riuscito a trasmettere la stessa energia».