Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
PREATONI
Ernesto Garbagnate Milanese (Milano) 16 giugno 1942. Finanziere • «Nasce come venditore di fondi Fideuram a fine anni Sessanta. Figlio di un
colonnello dell’esercito, si mette subito in proprio, creando una corte di facoltosi clienti
brianzoli, lecchesi, comaschi e bergamaschi che lo seguiranno anche nei
passaggi più spericolati. Entra nell’edilizia, passaggio quasi obbligato per un giovane imprenditore, ma tiene d’occhio la Borsa. E il suo primo affare in grande ha un marchio di prestigio:
BiInvest. Non si è mai capito bene come e perché, sta di fatto che Preatoni mette insieme un pacchetto giusto al momento giusto
della holding di Bonomi, e lo piazza con un congruo guadagno a Paolo Mario
Leati e Francesco Micheli, che a loro volta lo consegneranno, molto più pingue, alla Montedison di Schimberni. Ma Preatoni ci ha preso gusto e si
lancia sulla Popolare di Lecco, secondo le voci del tempo spinto addirittura
dalla Curia di Bergamo. Arriva a possedere il 40% e, nuovo incasso, lo vende
alla Popolare di Novara. Entra nella Friuli e cede le sue azioni al Rolo. Poi è il turno del Credito Bergamasco, rastrellato anche contro la volontà dell’establishment della città orobica. Anche qui l’immancabile ricca cessione, al Credit Lyonnais. è invece con la Popolare di Crema che il collaudato meccanismo si inceppa,
definitivamente. A Crema resistono, non gli concedono il “gradimento”, anche se arriva al 35% e più del capitale. Lo accusano di presentare soci inesistenti e di girate di azioni
non regolari. Lui risponde, e la vicenda si avvita in azioni e controazioni
legali e non. Incluso l’happening della primavera del 90, quello finito a ombrellate e polizia. Ma il
clima, per il “raider di Garbagnate”, diventa rovente. è ancora alle prese con la Crema (e arriverà a battersi con la Lodi di Gianpiero Fiorani, nella vicenda ci saranno cause
relative al ruolo della finanziaria Summa di Lugano) quando si getta sulle
Generali. Afferma di essere arrivato fino al 6% del Leone di Trieste, quando in
via Filodrammatici lo convocano. Preatoni, anche in seguito, ha sempre
sostenuto di aver osato troppo e di essere entrato nel mirino del “potere” finanziario. Dopo Crema e Generali la Consob di Enzo Berlanda lo tiene sotto
pressione e le ispezioni alla sua Sim, la Parin (che viene anche multata), si
fanno via via più stringenti. Insomma, poco dopo decide di cambiare aria. Si trasferisce (con i
cinque figli e la moglie islandese Olga) a Tallinn, dove gli danno il
passaporto estone. “Sfonda” nel turismo inventandosi Sharm el Sheikh. Anche nei Paesi baltici passa qualche
guaio con le autorità locali per qualche operazione immobiliare. Del suo rapporto con la giustizia
però dice al Sole: “Essere indagati non è un delitto. Sono stato rivoltato come un calzino, ma mai una condanna”» (Stefano Agnoli).