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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

PRANDELLI

Cesare Orzinuovi (Brescia) 19 agosto 1957. Ex calciatore. Inizi alla Cremonese, esordio
in A con l’Atalanta, dal 79 all’85 ha giocato con la Juventus vincendo tre scudetti (81, 82, 84), una coppa dei
Campioni (85), una coppa delle Coppe (84) ecc. Allenatore, ha guidato Lecce,
Venezia, Verona, Parma. Nel 2004—2005 dovette rinunciare ad allenare la Roma (che l’aveva preso al posto di Capello) per la malattia della moglie. Dal 2005—2006 sulla panchina della Fiorentina, che ha subito condotto alla qualificazione
in Champions League (giustizia sportiva a parte)
• «La capacità di migliorare il rendimento specifico dei giocatori sui quali ha deciso di
puntare. È sempre stato così, con Prandelli, fin da quando nel 98, dopo la non felice avventura a Lecce,
viene chiamato da Pastorello e Foschi per riportare il Verona in serie A.
Operazione centrata al primo colpo e impreziosita da quanto riesce a fare nel
campionato successivo: nono posto in A, 43 punti, un finale straordinario
(quindici partite senza sconfitte). Già si intuisce che Prandelli È prima di tutto un bravo insegnante di calcio: promuove Frey titolare (viene
dall’Inter, dove era il terzo portiere e parte da secondo); lancia Laursen e Brocchi;
ripesca a gennaio Morfeo, che diventa decisivo; fa segnare nove gol a
Cammarata, uno anche a San Siro nel 3-3 contro il Milan campione d’Italia. Indotto in tentazione dalle lusinghe di Zamparini, Prandelli accetta di
ripartire dalla B. Ottiene la promozione con il Venezia nel 2001 e anche in
questo caso non manca di valorizzare alcuni uomini importanti: Arturo Di
Napoli, una specie di eterna promessa, segna 16 gol (uno in più di Maniero); Bazzani diventa una pedina fondamentale (35 presenze), come
Bettarini (34 gare e cinque gol). Prandelli, bruciato dalla frenesia di
Zamparini, compie il salto di qualità, dopo essere stato scelto dal Parma nel 2002» (Fabio Monti)
• «Se non hai tempi di gioco, concetti e principi sono da buttare» (da un’intervista di Giancarlo Padovan).