Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
PORETTI
Giacomo Villa Cortese (Milano) 26 aprile 1956. Attore. Comico. Appartenente al trio
Aldo, Giovanni e Giacomo con Aldo Baglio e Giovanni Storti. Il Tafazzi che si
martellava sulle mutande bianche era lui • «Il trio nasce nel 91 col discutibile nome Galline vecchie fan buon Brothers, con
Aldo e Giovanni che avevano già fatto la gavetta in coppia e Giacomo Poretti che aveva battuto i cabaret da
solo. L’anno dopo s’inaugura anche il sodalizio con Marina Massironi, l’interfaccia femminile del gruppo, titolare di una cifra comica che
miracolosamente si armonizza con quella corale dei tre maschietti. Dopo gli
esordi al Caffè Teatro di Samarate, a un passo dall’aeroporto della Malpensa, il primo salto di qualità arriva con le apparizioni televisive a
Su la testa (92) con Paolo Rossi, e a Cielito lindo (93) insieme alla nuova aristocrazia del cabaret meneghina cresciuta sulle
tavole dello Zelig. Nel 94, per Aldo, Giovanni e Giacomo inizia la fortunata
partecipazione a Mai dire gol della Gialappa’s, vero trampolino verso il grande pubblico, mentre nel 95 lo spettacolo
teatrale I corti gira l’Italia in una tournée che poco a poco si rivela un trionfo. Nel 97 l’inatteso esordio cinematografico, circondato da generale perplessità: come osano, tre comici ancora tutti da verificare, misurarsi con il grande
schermo? La risposta sta tutta in Tre uomini e una gamba, l’exploit più sensazionale nella storia del cinema italiano che conduce tre esordienti e un
budget ultraridotto (2 miliardi) alla conquista del box office nazionale con un
colpo da 45 miliardi che sovverte qualsiasi pronostico. La ricetta, gli
ingredienti e la confezione di questo film che diverte e fa ridere diventano il
segreto meglio custodito della ditta AG&G: vicende di eroi al contrario, povere anime tutte innocenza e goffaggine alle
prese con un mondo che pare non accorgersi di loro. L’insieme condito da quell’ossessione per il moto perpetuo che diventa una costante delle loro storie,
commedie “on the road” all’italiana nelle quali, a sangue e inseguimenti, si preferiscono imprese e
birichinate da Bertoldo e Bertoldino e travolgenti innamoramenti. Nel 98 Aldo,
Giovanni e Giacomo, ormai eroi popolari, ripetono il rituale sbancando con
Così è la vita con la differenza che questa volta i miliardi rastrellati al botteghino sono 60
(e 7 quelli investiti). Il 99 li vede fermi al cinema, ma ai blocchi di
partenza in libreria con la prima accoppiata videocassetta-libro: Tél chi el telun, versione multimediale del loro ultimo spettacolo in teatro che raggiunge le
350 mila copie. Per il Natale del 2000 il trio torna a invadere le sale
cinematografiche: il terzo film è Chiedimi se sono felice e ormai nessuno nutre più dubbi sull’efficacia commerciale di quella che nel frattempo s’è trasformata in una vera factory della comicità italiana. Si tratta solo di vedere quanto in alto si salirà e il risultato dice 75 miliardi, migliore incasso della stagione, corredato da
critiche onorevoli che lodano la maturazione del trio quanto a dimensione
narrativa. è tale l’impatto di Aldo, Giovanni e Giacomo sulla cinematografia nazionale, che il
mensile Ciak nella classifica 2001 dei potenti del cinema italiano, non esita
ad assegnar loro il numero uno assoluto:
Chiedimi se sono felice vale da solo il 6 per cento di tutti i biglietti venduti nel corso della
stagione, con cinque milioni di spettatori paganti» (Stefano Pistolini) • Lucio Martignoni, amico d’infanzia e collaboratore del Trio: «A 14 anni Giacomo andava a scuola all’istituto Bernocchi, a Legnano, e il pomeriggio faceva l’operaio in un’azienda metalmeccanica a Villa Cortese. A un certo punto entrò all’ospedale di Legnano come infermiere nel reparto ortopedia; frequentò dei corsi e divenne caposala a neurologia. Aveva una grande passione per il
calcio e, col tempo, per la lettura. Non lo sentii mai dire: “Mi piacerebbe fare il comico”» (da un’intervista di Paolo Ziliani)
• è stato sposato con Marina Massironi • Come gli altri membri del trio, tifa per l’Inter.