Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
PIRRO Ugo (Ugo Mattone) Salerno 24 aprile 1920. Sceneggiatore. David di Donatello per Celluloide (Lizzani, 96) • «Maestro di cinema e di politica è stato paracadutista, giornalista, ha occupato la Biennale, ha fondato sindacati (Anac), sostenuto giornali (il Manifesto), ha litigato con tutti, ha fatto pace con (quasi) tutti, ha fatto a pugni con Gianmaria Volonté, poi gli ha cucito addosso tre o quattro dei suoi film più straordinari e un giorno che si ritrovava un attimo di tempo libero, ha firmato pure il testo di Cerasella
PIRRO Ugo (Ugo Mattone) Salerno 24 aprile 1920. Sceneggiatore. David di Donatello per Celluloide (Lizzani, 96) • «Maestro di cinema e di politica è stato paracadutista, giornalista, ha occupato la Biennale, ha fondato sindacati (Anac), sostenuto giornali (il Manifesto), ha litigato con tutti, ha fatto pace con (quasi) tutti, ha fatto a pugni con Gianmaria Volonté, poi gli ha cucito addosso tre o quattro dei suoi film più straordinari e un giorno che si ritrovava un attimo di tempo libero, ha firmato pure il testo di Cerasella. Pirro, che nome... “Lo scelsi perché m’ero messo in testa che ogni cosa che ottenevo, in fondo, mi costava un sacco di fatica. Vittorie di Pirro, appunto. Mio padre, che faceva il capostazione, da ragazzo voleva fare il giornalista. Al Corriere dell’Adriatico organizzai uno sciopero dopo che avevano cacciato un redattore: licenziarono me. Finii all’Unità con Ingrao, dopo aver vinto un concorso. A Roma trovai la gente del cinema. Rodolfo Sonego, Peppe De Santis, Carlo Lizzani. Anche se i primi amici furono pittori. Turcato, Mafai, Rotella...”. Primo film firmato. “ Achtung, banditi!, di Carlo Lizzani. Era il 51. Scritto insieme a Sonego, anche se nei titoli di testa ci sono anche altri nomi. Gente della cooperativa di Genova, che produsse il film. Ma erano anni così. Tu stavi lì a scrivere, ogni tanto entrava qualcuno, diceva una stronzata, usciva dalla stanza e te lo ritrovavi nei titoli”. Primo film di successo? “Il processo di Verona, del 62, sempre Lizzani. Fummo denunciati dai familiari dei fucilati, Edda Ciano compresa. Che ingaggiò il mitico Carnelutti. Cercarono di bloccare la prima a Venezia ma De Laurentiis li fregò tutti: fece sparire la copia con la scusa che doveva fare dei tagli. Falso. Ma intanto venerdì era passato, le procure avevano chiuso. E il sabato, puntuale, Dino lo fece proiettare a Mestre”. Pure alla vigilia di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto furono annunciati guai pesanti. “Ci consigliarono addirittura di andare via da Roma. Racconto solo questo: Elio Petri stava finendo di montare il film. A un certo punto chiama la sede dell’Anac, il sindacato degli autori, dove c’era una riunione con Zavattini, Scola, Monicelli e altri e ci invita a vedere la prima copia. Come finisce la proiezione, si accendono le luci, ci guardiamo in faccia e l’unica cosa che sento è: andrete in galera. Il film lo fa anche l’epoca. Noi eravamo degli incoscienti, ma devo dire che se in quegli anni non ci fosse stato il movimento, Indagine non l’avremmo nemmeno pensato”» (Andrea Purgatori).