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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

PICCO Giandomenico Udine 1948. Diplomatico. Per oltre due decenni alto funzionario e incaricato d’affari delle Nazioni Unite per il Medio Oriente e l’Asia Centrale

PICCO Giandomenico Udine 1948. Diplomatico. Per oltre due decenni alto funzionario e incaricato d’affari delle Nazioni Unite per il Medio Oriente e l’Asia Centrale. «Papà farmacista a Enemonzo, un piccolo paese della Carnia. “Fui assunto dall’Onu nel modo più banale, compilando la domanda e partendo dal gradino più basso della carriera amministrativa”. Il giovane funzionario italiano che parlava tante lingue e che non amava fare il diplomatico a tavolino, ma piuttosto, come disse De Cuellar, “il soldato”, piacque subito al nuovo segretario generale. Prima missione: Cipro. Doveva mettere d’accordo greci e turchi. Picco strinse un accordo segreto con il presidente della Turchia, ma lo fece sopra la testa dei ciprioti, che lo boicottarono. Un fallimento. Tornò a New York, imparò la lezione, ed ebbe un secondo incarico: l’Afghanistan dopo l’invasione russa del 1980. Otto anni di trattative, che questa volta si conclusero con un successo. “L’88 fu un anno incredibile. Per alcuni mesi feci una vita assurda. Dal lunedì al venerdì negoziavo a Ginevra con i sovietici e i pakistani. Nel weekend volavo a New York e dalle prime ore del sabato fino alla domenica pomeriggio lavoravo con Perez de Cuellar a comporre il conflitto tra Iran e Iraq. Mi ricordo che a fine luglio ricevetti un messaggio da Washington, dall’allora segretario di Stato George Shultz, che mi suggeriva di sabotare il negoziato perché l’America voleva che la guerra continuasse. Vissi ore di crisi profonda. Perez mi lasciò libero di scegliere, io decisi di andare avanti”. Promosso sul campo direttore della segreteria generale dell’Onu, Picco si tuffò in un’altra avventura: la liberazione degli ostaggi in Libano. Quattro anni di tira e molla con i terroristi, con i servizi segreti di mezzo mondo, con i governi degli Stati Uniti, della Gran Bretagna, della Germania, della Repubblica islamica, della Siria, d’Israele e dell’Iraq. Quattro anni di speranze e di angosce» (Pino Buongiorno) • «Gli uomini non sono mai imparziali. E allora, perché dovrebbero esserlo i mediatori?».