Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
PICCININI
Sandro Roma 17 aprile 1958. Giornalista tv. Sportivo. Telecronista. Conduttore di Controcampo • «Ha il suo punto debole nell’uso onnivoro del termine sciabolata per evidenziare un lancio lungo, meglio se trasversale. La sciabolata, talvolta morbida, esce dalla bocca di Piccinini con una media di 30 volte a tempo e accadde che
Fascetti, con il quale c’era una sana disistima reciproca, utilizzò quell’uso smodato per denigrarne la competenza: “Di calcio non capisci nulla, ma puoi fare il telecronista di scherma”» (Giancarlo Laurenzi) • «Non posso dire: “La palla ha assunto una traiettoria molto alta e dopo aver superato l’estremo difensore si perde inutilmente sul fondo”. “Non va”. Mi sembra più incisivo. Il mio maestro è stato Enrico Ameri, ho applicato la sua tecnica alla tv. Ho amato il
giornalismo di Ameri come amo il calcio. Sono figlio di un centrocampista, papà Alberto ha giocato nella Juve, ha vinto due scudetti, è stato in Nazionale, ha chiuso in serie A con il Milan. Aveva 31 anni, mi voleva
in campo, mia madre impiegata. Ho fatto alcuni anni alla Lazio, giovanili. L’allenatore era Clagluna. A sedici anni mi hanno detto: dovresti andare a Latina,
a farti le ossa. Ero tifoso di Sivori, ho sognato Rivera: ho smesso. Papà non c’era più, ho preso una strada difficile e affascinante: giornalista. Adoro le
telecronache, la vera passione. Sono stato alla scuola di giornalismo di
Urbino. Poi gli anni pionieristici della tv privata. Dieci anni con Tvr Voxson
e TeleRoma 56, al seguito di Roma e Lazio. Nell’87 ho mandato una cassetta ai responsabili dello sport di Fininvest, Ettore
Rognoni e Gigi Garanzini. Mi hanno preso subito» (Germano Bovolenta).