Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
PFISTER
Andrea Pesaro 30 agosto 1942. Imprenditore • «Guru della calzatura moderna, figlio di genitori svizzeri, ha vissuto tra Italia
e Francia, dove, a Parigi, nel 1967 è avvenuto un “incontro di destino”, quello con Jean-Pierre Dupré. Colto, ironico e con grande spirito imprenditoriale. Con lui ha dato inizio a
una partnership di vita e di lavoro. Insieme hanno aperto la loro prima
boutique a Parigi, in rue Cambon. Insieme, nel 68, hanno aperto la loro
fabbrica a Vigevano, cuore dell’industria calzaturiera italiana. “Ho ereditato da mia madre il gusto per la perfezione e per il lusso. Mi piace
usare materiali preziosi, intrecciarli e sovrapporli. Ogni scarpa deve essere
esclusiva. Non faccio concessioni al risparmio, non uso tagli particolari o
astuzie di fabbrica. Per ogni paio di stivali in coccodrillo, per esempio,
occorrono due pelli intere. Lo so, il prezzo sale. Ma le mie clienti sono
disposte a spendere. E io, per loro, voglio il massimo”. Definite “gioielli per le estremità” (sono rimaste celebri le sue infradito in oro a 18 carati), le scarpe create da
Pfister sono eccentriche, lussuose, con citazioni che vanno dal gotico
internazionale all’arte indiana, egizia e russa in colori mediterranei e con dettagli ricercati.
Piume sottili danno leggerezza a uno stivale, fiori e ciliegie scendono sul
collo del piede, strass in cristallo di Swarowski fanno brillare una caviglia.
Da lui Cher vuole solo tacchi a spillo, Liz Taylor zoccoli peso piuma, Gena
Rowlands scarpe rasoterra, Ursula Andress le sue celebri Thong. Ma non solo
Hollywood. Anche Nancy Reagan, quando era first lady, lo chiamò alla Casa Bianca, e divenne appassionata collezionista delle sue scarpe, come
Hillary Clinton, Margaret d’Inghilterra, Beatrice di Savoia» (Anna Masucci).