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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

PELLEGRINI

Federica Mirano (Venezia) 5 agosto 1988. Nuotatrice. Medaglia d’argento nei 200 stile libero alle Olimpiadi di Atene 2004 e ai mondiali di Atene
2005. Primatista italiana dei 100 (54”40 a Livorno il 10 marzo 2004) e 200 sl (1’57”92 a Riccione il 10 aprile 2005) • «Ragazzina che un po’ ricorda la Marcuzzi, occhi pieni di dolcezza cattiva e capricciosa» (Maurizio Crosetti) • «È stata l’azzurra più precoce sul podio olimpico ad Atene 2004: aveva 16 anni, quando fu argento nei
200 stile libero. È campionessa europea e medagliata mondiale in vasca corta, ma soprattutto la
donna che ha portato il nuoto azzurro a una dimensione nuova, 30 anni dopo
Novella Calligaris» (Stefano Arcobelli) • Non era nata centista-duecentista. Nelle gare giovanili, all’inizio funzionava meglio nei 400-800. Dal 2002 È stata reimpostata sulla velocità con risultati eclatanti. Il coach Di Mito: «La sua nuotata istintiva era due battute di gambe con grande propulsione di
braccia, poi siccome facevamo fatica a impostare un 200 come passaggio, il
secondo anno abbiamo deciso di lavorare sulla velocità di base e quindi ho cambiato metodologia, sia in acqua che in palestra»
• «Stupiva il senso di rifiuto dell’argento mondiale nei 200 stile libero, bis prestigioso di quello olimpico. In un
passato neanche tanto remoto, i cantastorie sarebbero andati di borgo in borgo
per cotanta impresa. Ma ora le nuove generazioni non vogliono aspettare,
vogliono tutto. Vogliono l’oro» (Roberto Perrone) • «Fede-in-se stessa si È parecchio adontata per il secondo posto. Ha pianto in diretta tv, ha posato con
la medaglia esibendo un’espressione da foto segnaletica, e ancora il giorno dopo ha rilasciato
interviste in cui esprimeva insoddisfazione. Di sicuro, l’atleta di Mirano si riconosce in quella scuola di pensiero secondo la quale “non si vince l’argento, ma si perde l’oro”. Il che È vero in alcune discipline, quelle che prevedono il confronto nell’agone fra due sole forze. Viceversa, negli sport le cui gare vedono allineare più di due competitori, sia l’argento che il bronzo sono vinti, perché per conquistarli bisogna fare meglio di altri in gara. Ma tant’È. Del resto, nel caso di Federica Pellegrini, il vero problema È quello di un egocentrismo che rischia di sfociare nell’autismo. Fede-in-se stessa non concepisce altro che la vittoria, perché nulla vede al di fuori di Pellegrini Federica. Sta tutto qui il nocciolo della
questione, il discrimine fra un futuro da grande atleta o da simil-Kournikova.
Federica scenda dal piedistallo e si mescoli in un mondo che contempla anche la
presenza delle avversarie. Altrimenti continui pure a essere Fede-in-se stessa,
e a puntare i piedi come una bambina capricciosa al cospetto delle medaglie
meno nobili. Almeno finché queste arriveranno» (Pippo Russo)
• «Mio padre era un paracadutista. Max, il mio allenatore, figlio di generale e
paracadutista anche lui. Io ho imparato la disciplina, e la mentalità militaresca mi piace. Da piccola andavo alle manifestazioni dei parà e ne restavo affascinata. È un giusto modo di pensare» (da un’intervista di Giulia Zonca).