Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
PEGNA Michele Reggio Calabria 9 settembre 1959. Terrorista • «Nel febbraio dell’82 era stato arrestato per occupazione dell’Opera universitaria di Bologna
PEGNA Michele Reggio Calabria 9 settembre 1959. Terrorista • «Nel febbraio dell’82 era stato arrestato per occupazione dell’Opera universitaria di Bologna. In libertà provvisoria, si era reso irreperibile. Nel maggio dello stesso anno, un nuovo ordine di cattura in un’inchiesta su Prima linea, sempre della magistratura bolognese. Era poi di nuovo finito in manette nell’84, quando era stato fermato con una calibro nove e una bomba MK1, e documenti falsi. Il suo nome era poi emerso nelle indagini romane su “Guerriglia metropolitana”. E nell’86 era stato ritrovato anche un vecchio documento di quest’organizzazione terroristica in cui compariva la sua firma accanto a quella di Giovanni Senzani. Nel giugno 88 è stato protagonista di un’azione clamorosa, durante il suo trasferimento da Palmi al supercarcere di Trani. Quando era passato sotto il metal detector, questo aveva suonato, segnalando la presenza di oggetti sospetti. E in effetti addosso aveva una miccia, un seghetto e 30 grammi di plastico, avvolti in un cellophane e nascosti nelle mutande. Un probabile tentativo di evasione, sventato in anticipo. Viene inserito dal gip tra gli irriducibili anche perché, sempre nell’88, in una perquisizione nella sua cella a Trani erano stati trovati documenti e una copia del volantino di rivendicazione dell’omicidio dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti, oltre al manoscritto della rivendicazione della rapina di via Prati di Papa a Roma. Condannato a 18 anni per banda armata nell’88, il 18 gennaio 2000, scontata la pena, era uscito dal carcere, con però l’obbligo di trasferirsi in libertà vigilata a Bologna, dove avrebbe dovuto presentarsi in questura a firmare tre volte la settimana. Non lo ha mai fatto, si è reso irreperibile, ma la magistratura non ha ritenuto di prendere alcun provvedimento, di farlo ricercare. La procura di Bologna è tornata ad occuparsi di lui solo dopo l’omicidio Biagi, nell’ambito dei controlli di routine su tutti i possibili sospettabili per il delitto visti i loro trascorsi» (Il Messaggero).