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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

PECORELLA

Gaetano Milano 9 maggio 1938. Avvocato. Politico. Deputato (dal 94) di Forza Italia.
Avvocato di Berlusconi e già presidente della commissione Giustizia della Camera (2001-2006) • «Padre pugliese e madre pisana. Mio padre era uno degli undici figli di un
falegname. Faceva il commercialista a Milano. Mio nonno era anarchico, uno di
quelli che quando il re veniva a Milano finiva in cella per tutto il tempo
della visita. Mio padre era un fascista passivo, un fascista buono. Odiava la
violenza ma era affascinato dall’autorità. Io la pensavo come mio padre fino ai diciotto anni. Poi, all’università, ebbi un periodo di militanza cattolica. Fui inizialmente scosso dal disordine
portato dal movimento degli studenti. Votai contro la prima occupazione della
Statale. Poi fui trascinato dall’entusiasmo dei giovani. La contestazione, però, mi apparve non tanto come un movimento di sinistra ma come un grande movimento
di rinnovamento. In quel momento ero assistente universitario, assistente del
professor Delitala e lavoravo nello studio del professor Pisapia. Quando
cominciarono i primi pestaggi da parte della polizia cominciai a difendere gli
studenti» (Claudio Sabelli Fioretti)
• Tra gli studenti difesi, uno che aveva partecipato all’assalto del bar in largo Porto di Classe a Milano. Al bar era stato anche
appiccato il fuoco. Pecorella sostenne, nella sua arringa, che quello era stato
sì «un atto illecito, ma di alto valore morale e sociale», perché i compagni volevano «ristabilire i valori della Costituzione», chiudendo un «luogo di aggregazione dei fascisti» • Nel 1982, assunse la difesa di Bruno Tassan Din e Angelo Rizzoli, implicati
nella vicenda P2 • «In quei giorni, essendomi recato nello studio di Pecorella perché mi aiutasse en amitiè nelle pratiche di divorzio da mia moglie, trovai, imprudentemente abbandonato
sul suo tavolo, in un momento in cui lui si era assentato, un documento molto
interessante: il patto con cui Angelo Rizzoli per dieci milioni di dollari
cedeva all’“Istituzione”, cioè alla P2, nelle persone di Gelli Ortolani Calvi e Tassan Din, il controllo
attraverso la Fincoriz di Bruno Tassan Din & C. (i C. erano, appunto, Gelli, Ortolani e Calvi) del Gruppo Rizzoli-Corriere
della Sera. Era la prova provata che tutti, magistratura compresa, andavano
allora cercando, che il “Gruppo” era in mano alla P2. Pubblicai il tutto sul Giorno e su Pagina. Tassan Din mi
querelò e mi chiese 50 miliardi di danni, ma, travolto, non diede poi seguito alla
cosa. Sempre in quei giorni caldissimi l’avvocato Pecorella, in visita al viceprefetto di Milano, si fece scivolare dal
paltò una bobina con l’intercettazione di una telefonata di Gelli che, resa pubblica, mise fuori gioco
il costruttore Cabassi che era a un passo dall’acquistare il Gruppo Rizzoli-Corriere. Se Cabassi fosse diventato padrone del
Corriere, Tassan Din ne sarebbe stato definitivamente estromesso. Sull’episodio l’Ordine degli avvocati di Milano aprì un procedimento disciplinare a carico di Gaetano Pecorella: il diritto del
difensore a tutelare il suo cliente non si estende infatti a quello di
eventualmente delinquere con lui…» (Massimo Fini)
• «Certo, a sinistra non è più molto credibile quando, nelle elezioni del 90, con i capelli grigi e figli già grandi, si candida come consigliere regionale di Democrazia proletaria. è il primo dei non eletti, e lui ci resta parecchio male. I tempi sono proprio
cambiati, infatti sta arrivando Tangentopoli, lavoro non ne manca. Lo si
ricorda davanti alla porta del pm Di Pietro, ad accompagnare alcuni imputati,
tra i quali i finanzieri accusati di aver preso le mazzette dalle aziende della
galassia Berlusconi. Difende anche il prestanome di Bettino Craxi Maurizio
Raggio, Ovidio Bompressi (condannato per l’omicidio del commissario Calabresi), la vedova di Maurizio Gucci (anche lei
condannata per omicidio). Ora, il suo difeso più eccellente è Silvio Berlusconi» (Piero Colaprico)
• Ha dato il nome alla legge che impedisce all’accusa di appellarsi quando l’imputato viene assolto in primo grado.