Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
PAPPALARDO
Antonio Palermo 25 giugno 1946. Generale dei carabinieri e musicista provetto. Ha tentato la
carriera politica prima presiedendo il Cocer (il sindacato, per dir così, dei carabinieri), poi candidandosi alla Camera come indipendente nelle liste
del Psdi (91). Diveznta sottosegretario alle Finanze nel governo Ciampi, tifa
fortemente per i magistrati, ma il 21 maggio 93, sedici giorni dopo la nomina,
il consiglio dei ministri gli revoca il mandato perché condannato a otto mesi in un processo per diffamazione (sentenza poi ribaltata
dalla Cassazione). Lascia il Psdi, si avvicina al Patto Segni, poi ad An, poi
corre alle Europee con una lista sua (Solidarietà sociale) sostenuta da finanziamenti massonici, infine trasloca a Forza Italia,
ma la carriera politica è compromessa: nei confronti dei suoi finanziatori sono usati per la prima e
unica volta gli articoli 1 e 2 della legge del 1982 sulla P2
• Ritornato alla presidenza del Cocer, minaccia di portare in piazza i carabinieri
per protestare contro gli aumenti di stipendio giudicati irrisori. Nel
frattempo fa sapere a tutti — affiggendo persino comunicati in bacheca — che tratta direttamente con i politici, ivi compreso il presidente del
Consiglio D’Alema. Quando in Parlamento si avvicina l’approvazione del cosiddetto “pacchetto sicurezza” che si propone di trasformare l’Arma dei carabinieri in quarta forza armata del Paese, prepara e fa affiggere
nelle bacheche di tutte le caserme un documento intitolato
Relazione sullo stato del morale e del benessere degli italiani, che reclama il primato dell’Arma e riecheggia molto i progetti preparati a suo tempo da Licio Gelli. La
Relazione resta affissa dal 7 febbraio al 30 marzo 2000 in tutte le caserme
senza che nessun esponente di governo (con cui Pappalardo parlava di continuo)
trovasse niente da ridire finché un’inserzione a pagamento di un gruppo di poliziotti sui giornali non rende nota a
tutti l’esistenza del documento e i suoi toni golpisti e anche le relazioni, piuttosto
assidue, tra il presidente del Cocer e l’esecutivo. Approvata la legge, mentre i giornali scrivono sotto titoli a tutta
pagina del tentato golpe, Pappalardo si dimette (e del resto, poco dopo, cade
pure D’Alema)
• Provetto musicista, una sua Messa ha suscitato una recensione entusiastica di
Francesco M. Colombo, crtitico musicale del Corriere della Sera. L’articolo cominciava così: «Nemmeno se Beethoven fosse tornato in vita...». Nel 2004 il cardinale Francesco Marchisano, arciprete della Patriarcale
Basilica Vaticana, gli ha commissionato un’opera musicale per celebrare il cinquecentenario della costruzione della
Basilica di San Pietro. Pappalardo ha scritto l’oratorio
Petros Enì che, il 9 luglio 2006 è stato eseguito in prima mondiale in Vaticano e trasmesso in mondovisione da Rai
International e dalle principali reti televisive mondiali..