Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
PANATTA
Adriano Roma 9 luglio 1950. Ex tennista. Nel 76 ha vinto gli Internazionali d’Italia, il Roland Garros e la coppa Davis. «Dopo una vittoria ho sempre provato un pizzico di malinconia: sapevo che il
mondo non girava attorno a me» • Nel 76 «il torneo di Roma si gioca dal 24 al 30 maggio. Adriano al primo turno salva
undici matchpoint contro l’australiano Warwick. Poi batte Zugarelli, Franulovic, rischia contro Solomon — che si ritira mentre stava vincendo, infuriato per una chiamata del giudice di
linea — supera Newcombe in semifinale e trionfa in finale contro l’argentino Vilas, dopo un primo set di confusione, in una domenica piena di sole.
La frangia ribelle, le magliette Fila aderenti al torso atletico, Panatta
diventa un’icona nazional-popolare. È il primo tennista italiano vincente e teletrasmesso, il tennis conosce una
frustata di popolarità. Alle elezioni di fine giugno il Pci supera il 34 per cento, e Panatta, che da
giovane si presentava a Formia con Il Manifesto sotto il braccio per far
arrabbiare Belardinelli, ex maestro del Duce, vince anche a Parigi, sempre da
predestinato. Al primo turno salva di nuovo un matchpoint contro il ceko Pavel
Hutka. Vince con Kuki, con Hrebec, di nuovo con Franulovic. Nei quarti batte l’imbattibile Borg, in semifinale Eddie Dibbs. Il giorno della finale si accorge
di non avere più le sue amate scarpette Superga (gliene recapiteranno un paio nuovo, grazie alla
collaborazione di un capitano dell’Alitalia, cinque minuti prima del match), e sua moglie Rosaria gli schiaccia la
mano sinistra nella portiera. Ma lui, impunito e fortunato, negli spogliatoi
chiama davanti allo specchio il suo avversario, Harold Solomon, “lo gnomo maledetto”. “Guardati, Solly — gli dice indicando le due immagini diseguali — lo specchio non sbaglia mai. Basso come sei, come credi di battermi?”. E perde, infatti, Solomon, in quattro set, contro un Panatta splendido e
stremato. È un torneo dello Slam, quello che ha vinto Adriano, uno di quelli che valgono,
che restano. In patria, telecatechizzati da Guido Oddo, i racchettari
aumentano, si moltiplicano. A Wimbledon, Newcombe accoglie il neo-Immortale con
un sorriso baffuto: “Benvenuto nel club, ragazzo, era ora”. In agosto Adriano tocca il numero 4 delle classifiche mondiali, dopo aver
aiutato l’Italia a passare i quarti di coppa Davis con l’Inghilterra: nessun italiano nell’era moderna era arrivato così in alto, nessuno dopo di lui ci arriverà. A settembre l’Italia vince anche le semifinali di Davis, contro l’Australia a Roma. È finale, ma con un problema: bisogna giocarla a Santiago, contro il Cile,
qualificatosi perché l’Urss ha rifiutato di battersi contro la squadra che rappresenta il Paese del
dittatore Pinochet. L’occasione di vincere l’Insalatiera È unica» (Stefano Semeraro)
• Anche in Italia la discussione se andare o non andare fu molto accesa, dato che
una parte non indifferente dell’opinione pubblica avrebbe voluto, disertando la finale, ribadire la condanna per
il regime di Pinochet. La decisione di andare fu presa dal presidente del Coni,
Giulio Onesti. L’Italia (Panatta, Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli, capitano non giocatore
Nicola Pietrangeli) vinse 4 a 1 • Nel 2004 ha vinto il titolo mondiale di motonautica Powerboat PI.