Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
PANARIELLO
Giorgio Firenze 30 settembre 1960. Attore. Comico. Conduttore tv. Nel 2006 ha condotto
il Festival di Sanremo. «Io sono una calamita. I paesi italiani sono pieni di macellai, bottegai, signore
che parlano con me» • Tra i suoi programmi: TGX, Fantastico, Acqua calda, Saluti e baci, Vernice fresca, Aria fresca, Su le mani, Cocco di mamma, Sanremo estate, Torno sabato, Ma il cielo è sempre più blu • «Fin da quando ero piccolo il mio sogno era quello di esibirmi. A sei, sette
anni, a Viareggio, mi chiudevo in bagno e mi intervistavo davanti allo
specchio. Fingevo di essere un famoso disc-jockey. E a scuola, alle elementari,
quando la maestra spiegava, riempivo fogli con la mia firma per esercitarmi a
rilasciare autografi. Avevo talmente voglia di piacere agli altri che, finite
le medie, i professori mi consigliarono di frequentare la scuola alberghiera
per stare a contatto col pubblico»
• «Ho avuto genitori separati e distratti. Sono cresciuto con i nonni» • «Annunciavo a mia nonna che avrei cambiato mestiere, che abbandonavo il cantiere
di Viareggio per fare il dj. Volavano le discussioni. Già che ho avuto pochi rapporti con mia madre. Già che non ho mai conosciuto mio padre. E io mi mettevo a inseguire farfalle
mentre i nonni non navigavano nell’oro. Mio nonno brontolone, buono e acido all’esterno, m’ha ispirato anni fa il Vecchietto, un personaggio che emoziona e fa ridere» (da un’intervista di Rodolfo Di Giammarco)
• «Chiedetegli se la sua comicità ha dei contenuti, e lui risponderà senza esitazione: “Nessuno, e nemmeno messaggi. I miei modelli sono Walter Chiari e Gino Bramieri,
che giocavano sul Sarchiapone, sulle macchiette, sul veneto ’mbriaco”» (Paola Zonca) • «La prima recensione a un suo monologo, su “un giornale di sinistra”, fu un tragico epitaffio: “Ieri sera Panariello ha portato in scena il suo primo spettacolo teatrale: perché?”. Altri si sarebbero scoraggiati o arrabbiati, non il Grullo che invece ammette:
a quei tempi scopiazzava parecchio e solo un pubblico digiuno di riferimenti
poteva cascarci e crederlo un genio. E andò così in amore, con la sua compagna Elena: “Era un’amica di Carlo Conti. Dopo la prima puntata di
Vernice fresca ha detto: ‘Questo è scemo’”. Solo la terza sera, s’apprende, Elena ha avuto i primi dubbi e ha voluto conoscerlo» (Stefania Miretti) • «Via via negli anni un curriculum di frasi e dichiarazioni da cui risulta tutto e
il suo contrario: un’oscura adesione giovanile a Lotta continua in connubio con una militanza
convinta per Renato Zero e i sorcini, una blanda simpatia successiva per il
centrosinistra, una lista lunga così di associazioni che sostiene, da Amnesty all’Amref, a gruppi animalisti, ecologia e disabili, tutto e tutti, con l’animo puro del toscano di Versilia ma nato a Firenze, milanista ferreo ma che ha
fatto per anni il giro delle tv locali accalorandosi per la Fiorentina. Tutto,
pur di poter uscire dalle curve della carriera nell’unico modo in cui crede davvero, battute su battute, umorismo facile,
doppisensi, gag popolarissime da feste paesane, per sentirsi come quando era
pressoché felice nelle esibizioni di piazza a Casciana Terme e in posti così. Scaramanzia per Sanremo?: “Mi sono messo un cornetto in tasca, però era un gelato e si è sciolto tutto”. Titolo del libro biografico uscito anni fa:
Il grullo parlante (Aliberti). Eppure la sua storia è una mezza fiction. Padre sconosciuto, madre che muore presto, lo allevano i
nonni, che se ne vanno quando lui è poco più che ventenne, fa l’operaio, perde per strada un fratello che non ha la sua tigna (o il suo sguardo
puro sul mondo), lo recupererà solo molto più avanti, quando potrà permettersi per lui un trattamento costosamente adeguato nei centri di
recupero. Ma soprattutto ci prova, con compagni di strada che si chiamano
Leonardo Pieraccioni e Carlo Conti, anni di zingarate e feste di paese, cabaret
minimo, discoteche e centinaia di serate nelle tv locali toscane, terra dove lo
conoscono tutti. Quando Franca Ciampi lancerà il concetto di tv deficiente e lui ci finisce stritolato in mezzo, dirà: “La signora Ciampi ha il diritto di dire tutto quello che vuole ed è stata gentilissima nel farmi sapere che non ce l’aveva con me, anche se non era tenuta a farlo. Resto convinto che forse lei e il
marito mi conoscessero già per avermi visto sulle tv locali”. La svolta è l’esplosione del toscanismo in humour, targato Pieraccioni con il sostegno di
Cecchi Gori che lancia quel gruppo anche nella sua tv. E da lì a farsi notare nella grande tv, il passo alla fine è breve. Fondamentale diventa l’apporto del gruppo Ballandi che ne fa il lato light e molto remunerativo dell’intrattenimento di genere (ma gli farà recitare anche Molière in teatro). Arrivano i sabato sera in tv, lui si mette in spalla tutti i
doppisensi possibili e si butta, crea personaggi popolareschi, il
bagnino-pataccaro, quello del marsupio con cui ovviamente s’intende un’altra cosa, il suo mood perfetto è che esista un Briatore e che lui ne faccia la parodia (Naomo), ma alla buona,
con grande rispetto. Anni di grandi riscontri in tv, ma che via via scendono un
po’, e nella scuderia Ballandi — non c’è niente da fare — è sbucata la stella vera, Fiorello, che lui soffre, umanamente, per forza di cose» (Antonio Dipollina)
• «Sono abituato a sentir ridere la gente ogni tre secondi. Ho la mania del
prestigio, il piacere d’essere riconosciuto. Sono un po’ piacione» • Ha condotto il Festival di Sanremo 2006, con Ilary Blasi e Victoria Cabello.
Non è andata bene: si sono registrati gli ascolti più bassi della storia del Festival (48,3% la media della serata finale).
Panariello, molto trattenuto, ha dato l’impressione di rinunciare volontariamente al suo repertorio di gag, come se
volesse dare di sé una nuova immagine. Alle lamentele di Del Noce ha risposto con la frase: «Non me ne frega nulla degli ascolti», al che Carlo Rienzi del Codacons ha chiesto che il suo compenso venisse
dimezzato
• «Fuma troppo» (Ilary Blasi).