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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

PADELLARO

Antonio Roma 29 giugno 1946. Giornalista. Direttore dell’Unità. In passato cronista parlamentare del Corriere della Sera, poi all’Espresso. Il padre era direttore della proprietà letteraria alla presidenza del Consiglio • «Ero un perdigiorno. Mi piaceva poco studiare e tanto andare in giro, divertirmi,
stare con le ragazze. Mio padre era molto severo, diceva che ero un pelandrone
e voleva che impiegassi meglio il mio tempo. Così chiese a Sergio Lepri, allora direttore dell’Ansa, di prendermi in prova. Però una laurea in Legge l’ho presa» • «Ero rimasto diciannove anni al Corriere dove ero diventato capo della redazione
romana. Alla fine la situazione era pesantissima. Era il momento di maggior
successo del craxismo e i craxiani dicevano che il capo dell’ufficio romano non poteva essere un comunista. Non ho mai votato Pci in vita
mia. Anzi, votai Craxi quando diventò segretario. Ma venivo visto come uno strano giornalista non rassicurante in un
posto importante. Ero molto logorato. Quando Giovanni Valentini, direttore dell’Espresso, mi offrì il posto di vicedirettore, decisi di fare il salto nel vuoto. Lasciare dopo
diciannove anni il Corriere è stato un trauma spaventoso. E a volte penso ancora che sia stata la più grande cazzata della mia vita» (da un’intervista di Claudio Sabelli Fioretti).