Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
PACIFICO
Attilio Avellino 13 aprile 1933. Avvocato. Condannato a 6 anni per la vicenda Imi-Sir
(accusato con Cesare Previti e Giovanni Acampora d’avere comprato sentenze e incassato dagli eredi di Nino Rovelli una parcella di
67 miliardi di lire) • L’avvocato vero e proprio non l’ha fatto mai: «Il mio lavoro era un altro. Metta che uno avesse bisogno a Roma di riportare in
Italia soldi che stavano fuori. Veniva da me, glieli facevo portare. Aoh,
facevo lo scudo fiscale prima di Tremonti! Sono un evasore. Che mi volete fare?
Dirò di più: il massimo era quando trovavi uno che ti chiedeva di fare entrare cinquecento
milioni e un altro che ti domandava di farne uscire cinquecento» • «La Boccassini mi ha contestato: lei è stato 83 volte all’Hotel Splendid di Lugano. Ma ce sarò stato 800 volte! Ottocento! Pagava il casinò! E sa perché mi pagava? Perché quando sedevo io al tavolo, il gioco lievitava. Arrivavo che giocavano mille e
subito passavamo a cinquemila. A Campione e a Saint-Vincent vincevo. A
Montecarlo perdevo. Tutti i casinò mi volevano. Mica le danno a tutti la carta d’oro e di platino. Difficile però spiegarlo a un pubblico ministero che non è stato mai in una casa da gioco. Ricordo una volta a Saint-Vincent. Notte
magica. Entrai che su quattro tavoli era appena uscito l’11. Allora giocai tutta la serie del due: il 2, l’11 (1+1=2), il 20 (2+0=2) e il 29 (2+9=11). Passavo da un tavolo all’altro e dovunque saltava fuori questa combinazione del due» (da un’intervista di Gian Antonio Stella).