Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
OVADIA
Moni (Salomone) Plovdiv (Bulgaria) 1946. Attore. Saltimbanco. «Preferisco la definizione di teatrante. Qualcuno che attraverso il teatro, che è un piccolo sacrario laico dell’essere umano, compie un percorso attraverso le emozioni e le strutture del
sentimento» • Famiglia ebraica, trasferitosi a Milano si è laureato in Scienze politiche. Nell’84 inizia a collaborare con personaggi come Pier’Alli, Tadeusz Kantor, Franco Parenti. Nell’87 con Mara Cantoni crea Dalla sabbia - Dal tempo, primo esempio di teatro musicale. Nel 90 fonda la Theater Orchestra. Nel 1993
si è imposto al grande pubblico con Oylem Goylem • «Artista difficilmente etichettabile, amato dal pubblico per l’appassionato recupero della tradizione popolare ebraica dell’Europa dell’Est e della musica kletzmer. Barba folta e capelli bianchi, zuccotto in testa,
la figura possente e l’espressione serafica di chi ne ha viste di cotte e di crude. In spettacoli come Oylem golem o Cabaret Yiddish, che l’hanno portato al successo, ha sperimentato una forma di teatro in musica molto
personale» (Paola Zonca) • «Io ho vinto una mia piccola sfida: riempire i teatri con spettacoli ispirati
alla cultura yiddish. Sulla carta io dovevo recitare per sedie quasi vuote e un
pubblico ultrasettantenne e invece ho avuto fiducia e sono stato ricambiato.
Una cultura di anima e di esilio è universale, anche se appartiene a un piccolo popolo. Nei miei spettacoli uso
sovente l’yiddish, il russo, il polacco, molti si lamentano ma poi tornano a vedermi» • «Sono esule. Vengo dalla Bulgaria, per cominciare. Non ho le radici sotto il
culo. Son figlio di chi “ha camminato”. Nomade, che poi è sinonimo di ebreo; da “Ivrì”, colui che attraversa. Soltanto l’esule sa che nessuna patria è definitiva. Sono slavo. E se la lingua è anche un canto, ecco, io sono figlio di un canto slavo. Il rumeno Cioran diceva
che non si abita un paese ma una lingua. è verissimo. Per questo l’idea di negare le lingue, inventata dai fascismi, fu abominio assoluto. Sono
figlio del mare e della luce. Mediterraneo. La mia gente viene dalla Spagna, ha
abitato l’impero ottomano. L’origine di un uomo non è genealogica. è la ricerca dei pezzi di straniero che hanno fatto la sua identità. E quindi io posso ritrovare nel mondo yiddish l’humus slavo che l’ha fertilizzato e che mi appartiene…» (da un’intervista di Paolo Rumiz)
• è anche milanese: «Sì, sono arrivato a tre anni e mezzo dalla Bulgaria e qui sono cresciuto e del
resto parlo anche il dialetto».