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 2011  luglio 06 Mercoledì calendario

ORFEI Moira (Miranda Orfei) Codroipo (Udine) 21 dicembre 1931. Figlia d’arte, padre clown (Riccardo) e madre circense, è stata cavallerizza, trapezista e acrobata

ORFEI Moira (Miranda Orfei) Codroipo (Udine) 21 dicembre 1931. Figlia d’arte, padre clown (Riccardo) e madre circense, è stata cavallerizza, trapezista e acrobata. Tra i tanti film interpretati, Signore & signori, Casanova ’70, Totò e Cleopatra, Il monaco di Monza • «Un metro e 80, senza capelli. Trenta centimetri in più se si calcola la chioma corvina, issata e avvolta in spire, come un suntuoso turbante. La corona setosa di Moira Orfei, regina del circo, gran dama degli elefanti, nostra signora del kitsch, icona gay. Un’acconciatura unica, inventata per lei dal produttore Dino De Laurentiis. “Mi aveva vista al circo, mi propose di fare cinema, mi fece cambiare look e nome. Io all’anagrafe nasco Miranda, ma tutti mi chiamavano Mora per via della capigliatura scura. Meglio Moira, suggerì lui, consigliandomi anche il trucco, carnagione sbiancata dalla cipria di riso, sopracciglia ridipinte a matita, vistoso eyeliner, ciglia finte, bocca ingrandita da un rossetto scarlatto. Resta così, mi disse, le donne che cambiano sempre look non hanno personalità. Aveva ragione. Quel look esagerato mi rese unica, inconfondibile”. Una variante sexy della maschera del clown che le ha impedito persino di invecchiare. A vent’anni come a settanta e passa di oggi, Moira è sempre Moira, la “domattrice” da mezzo secolo emblema di un immaginario circense, santino di una femminilità caricaturale. Un prototipo irripetibile. Film peplum, da Gli amori di Ercole a Ursus nella valle dei leoni, a Maciste l’uomo più forte del mondo. “Di film ne ho girati 47 - ricorda lei fiera - Ho lavorato con Mastroianni, il più bello di tutti, il più signore, con Gassman, istrione timido, con Dalidà, un regina Taitù altezzosa e mascolina, con Totò, che mi voleva regalare un appartamento da trenta milioni (di allora) per stare con me, senza far l’amore, solo per accarezzarmi un po’. Per non offenderlo gli risposi: principe, se non fossi sposata e non amassi mio marito, accetterei”. Poi c’era Fellini, che amando il circo sopra ogni cosa s’invaghi anche di lei. “Quando girava I clowns veniva a mangiare nel mio caravan e voleva essere servito da una nana. Poi mi pigliava a braccetto e mi portava a vedere le prostitute per intervistarle sul perché e il percome facevano quel mestiere. Lui diceva di volerle redimere, ma io non ci ho mai creduto”. Quanto a Germi, che la volle in Signore & Signori, la lodò platealmente: “Se Moira studiasse potrebbe diventare un’altra Sophia Loren”. Ma lei, che aveva il circo nel sangue, un marito di cui era ed è innamorata persa, il domatore Walter Nones, e due bambini da badare, lasciò perdere. “Tra il mondo del cinema e quello del circo c’è un abisso. Per far carriera nel primo basta diventare l’amante del produttore, nel secondo devi valere per te stessa. Quando sei sul trapezio o nella gabbia con le tigri non c’è raccomandazione che tenga”. Per essere circo, e su questo Moira è categorica, il circo “deve essere tradizionale, deve avere gli animali”» (Giuseppina Manin).