Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
OLIVERO
Ernesto Pandola di Mercato San Severino (Salerno) 24 maggio 1940. Nel 64 ha fondato il
Sermig • «È piccolo, ha gli occhi celesti, il sorriso candido. Un po’ santo, un po’ incosciente, È un Francesco del Duemila che, senz’altra protezione di una Bibbia, va per il mondo ad aiutare i poveri. Non È un prete, né un frate: È un laico, un ex bancario candidato al Nobel per la pace da persone come Madre
Teresa, Norberto Bobbio, Gianni Agnelli. Madre di Avellino, padre piemontese.
Fin da bambino si È occupato degli altri. Catechista, scout, poi nella Lega missionaria studenti a
Chieri: la famiglia nel frattempo si È trasferita al Nord. A scuola, un disastro: “Io sono la consolazione di tutti i cattivi studenti”. A vent’anni entra in banca, al San Paolo di Torino. Si sposa con Maria, figlia di un
industriale. Con pochi amici nel 64 dà vita al Sermig, la cui priorità È combattere la fame nel mondo. Percorso da un’energia che non finisce di stupire, il mite bancario tesse la sua tela: amici e
consiglieri come Giorgio La Pira, Benigno Zaccagnini, Oscar Luigi Scalfaro.
Nessuno lo ferma: si presenta a Paolo VI senza appuntamento, con le scarpe
rotte» (Manuela Grassi)
• «È un “matto di Dio”. Di quei matti che si divertono a scombinare la realtà per far vedere come dal nulla possa nascere in terra un’anteprima del Regno dei Cieli. La sua azione È riassumibile in queste parole: amore, presenza, consigli illuminati, pace» (Francesca Pini).