Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
NOTARNICOLA
Sante Castellaneta (Taranto) 15 dicembre 1938. Ex bandito. Adesso oste • «Mezza Italia tirò un sospiro di sollievo quando all’alba del 3 ottobre 67 cinquecento carabinieri lo catturarono in un casale
ferroviario vicino ad Alessandria, assieme a Pietro Cavallero. “Tu chi sei?”, chiese il primo carabiniere puntando il mitra. “Sante Notarnicola, bandito”. Otto giorni prima, in largo Zandonai a Milano, c’era stata l’ultima rapina, con cinque passanti ammazzati nella sparatoria fra i banditi e
tutta la polizia di Milano. Sante il bandito, Sante il brigatista rosso (la sua
liberazione fu chiesta dalle Br durante il sequestro di Aldo Moro). L’infanzia a Torino, in un collegio di suore. “A chi faceva la pipì a letto mettevano le mutande bagnate in testa, davanti agli altri bambini”. La Federazione giovanile comunista e la sezione del Pci, a barriera Milano, la
Stalingrado di Torino. “Ho fatto il partigiano quando la resistenza era finita e la lotta armata quando
ancora non c’erano le Brigate Rosse”. Le rapine alla Fiat e poi alle banche. “Volevamo i soldi per la rivoluzione. Avremmo fatto saltare i tralicci, la Fiat
si sarebbe fermata e gli operai senza stipendio si sarebbero ribellati”. La rapina a Milano e poi la fuga a piedi verso Alessandria. “L’ultima notte, Pietro Cavallero mi spiegò che non c’era nessuna rivoluzione. I soldi li avevano spesi lui e un altro della banda.
All’alba ho visto arrivare i carabinieri, e non gli ho detto nulla”» (Jenner Meletti).