Il Catalogo dei viventi 2007, 6 luglio 2011
NONINO
Benito Percoto (Udine) 6 febbraio 1934. Imprenditore • «Figlio di Toni, a sua volta figlio di Vigi, figlio di Orazio fabbricante di “sgnapa”. Nel 1897 il mitico antenato Orazio si spostò da Merlana ai Ronchi, con moglie, figli e l’immancabile cane, per le strade gelate e miserande di un Friuli postaustriaco,
dove c’erano ancora i nobili latifondisti e i contadini per non morire di fame se ne
andavano in Argentina o se restavano, dovevano ingegnarsi a sopravvivere:
magari fabbricando grappa artigianale con la vinaccia, lo scarto dell’uva dopo la pigiatura, che era tutto ciò che i padroni lasciavano regalmente ai contadini. La storia dei Nonino è simile a tante altre storie del meraviglioso Friuli, partito dalla
sottomissione e dalla povertà e diventato opulento, con i vini, le grappe. L’Orazio era capo opera, molto meno di fattore, dei conti Kettler di origine
ungherese, e da uno si prese un calcio nel sedere per aver ucciso i cani del
padrone che morivano di fame durante una delle tante carestie di guerra. Quando
poteva girava come uno spazzacamino col carrettino tirato dall’asino, la sua azienda mobile, di casa in casa, per fare le grappe ai contadini,
e ricavarne la “mondura”, il pagamento fatto con una parte del prodotto ottenuto. Il Vigi Livon, il
figlio che aveva continuato la cosiddetta “azienda”, divenne una celebrità locale per aver salvato durante la guerra 15-18 mucche dalle razzie del nemico
fornendoli della sua sgnapa. Il figlio di Vigi che non era emigrato in
Argentina, Toni, si infiammò per Mussolini e gli andò molto male, ma per fortuna c’era l’indomabile moglie Silvia, che tirò avanti alambicchi e serpentine trattando tutti con pugno di ferro come sanno
fare le donne del Friuli, quindi anche Gianola, moglie di Benito, che si era
preso quel nome per la passione mussoliniana del padre» (Natalia Aspesi).